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ariosita et artificiosita dans les madrigaux de giovanni de macque

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L<strong>et</strong>tre 15 : 28 avril 1589<br />

Molto Magnifico Signor Fratello osservandissimo<br />

L’amorevolissima di Vostra Signoria di 14 <strong>de</strong>l presente mi è stata più che carissima<br />

scorgendo in essa il gran <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio che ha ch’io torni a Roma, per il che dice che havria<br />

fatto nascere occasione per trattare di farmi havere qualche honorato apoggio con<br />

l’Illustrissimi Signori suoi patroni, il che sarà seguito mi farà gratia di avisarmene ogni<br />

particolarità aciò che conforme alla risposta ch’io havrò da Vostra Signoria intorno a<br />

questo particolare, <strong>et</strong> dal Signor Prospero nostro circa l’organo, io possi risolvermi di<br />

andare o di restare, già che il primo disegno ch’io havea fatto di andare per far riverenza<br />

alli padroni <strong>et</strong> visitare li amici, <strong>et</strong> poi tornarmene, è hormai svanito, poi che<br />

sopragiongendo li caldi, per andar per tornar, sarebbe per ponere manifestamente la sanità<br />

in compromesso. Et di questo ne è veramente stata causa, quel partito di Sicilia, <strong>et</strong> poi il<br />

matrimonio che si è trattato, <strong>et</strong> pur queste doe cose stanno ancora vive, benché quella di<br />

Sicilia è per tardar ancora un pezzo per li risp<strong>et</strong>ti ch’io scrissi già a Vostra Signoria, on<strong>de</strong><br />

l’altra è per conclu<strong>de</strong>rsi o, esclu<strong>de</strong>rsi fra 8 o dieci giorni, <strong>et</strong> di quello che seguirà la farò<br />

avisata.<br />

In tanto, se per sorte il partito che questi Signori Illustrissimi m’offerissero, fusse tale ch’io<br />

mi risolvesse 880 di lasciare questa per quella stanza, di gratia, favoriscami di farmi<br />

inten<strong>de</strong>re quale sugg<strong>et</strong>tione <strong>et</strong> qual obligo saria il mio nel servitio di questi Signori, aciò<br />

che prima di risolvermi io sia instrutto di ogni cosa, che a dirgli il vero, io che quasi posso<br />

dire di essere stato tutto il tempo <strong>de</strong>lla vita mia libero, parmi che saria quasi da trattare<br />

<strong>de</strong>ll’impossibile di ridurmi al presente in una servitù troppo sogg<strong>et</strong>ta, come sogliono<br />

essere quelle <strong>de</strong>lli Cardinali con tanta assiduità in far continue guardie, <strong>et</strong> altre cose simili,<br />

<strong>de</strong>lle quali vorrei se non in tutto, almeno nella magior parte essere essente, senza<br />

riconoscere altri supperiori, né essere comandato da altri che dalli patroni. Che a dire il<br />

vero a Votra Signoria, s’io non stesse più che commodo, parmi che farei una gran pazzia<br />

di lasciar Napoli, ove io son ben voluto, <strong>et</strong> molto accarezzato da questi Signori, per andar<br />

880 risolvesse : DeFord lit risolveresse ; Lippmann lit risolvesse.<br />

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