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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Questo deve insegnarci una grandissima veritÖ. Chiunque non riconosce la<br />

croce di Cristo come l’unica via della salvezza, chiunque non diviene crocifisso<br />

come Cristo, nel rinnegamento totale di sÇ, che Å la stoltezza alla quale ognuno<br />

di noi Å chiamato, significa che egli Å nella non capacitÖ di conoscere la vera<br />

sapienza, vuol dire che lui Å veramente uno stolto.<br />

ä stolto colui che non riconosce la via della vita; come Å stolto colui che non<br />

pone mano alla sua coscienza e alla sua volontÖ per dirigere la sua vita verso la<br />

conquista e l’acquisizione della piá grande sapienza.<br />

Questo deve insegnarci un’altra veritÖ alta e profonda. Il cristiano non si puà<br />

accontentare di un mezzo cammino sapienziale, o di un mezzo cammino di<br />

veritÖ. Egli Å moralmente obbligato a cercare e ad abbracciare la sapienza e la<br />

veritÖ nella loro forma piá alta e non deve darsi pace, non deve fermarsi nella<br />

sua ricerca finchÇ la sapienza vera, alta, profonda, non diventi la forma stessa<br />

della loro vita.<br />

Prendere i sapienti per mezzo della loro astuzia ha un solo significato: cià che<br />

per l’uomo Å il massimo della sapienza, dell’intelligenza, che si trasforma in<br />

astuzia, in quella furbizia del cuore che gli fa credere di essere al di sopra della<br />

storia e dello stesso Dio, ebbene Å proprio mentre l’uomo si crede tutto questo<br />

che avviene la sua rovina, egli precipita giá, si autodistrugge.<br />

ä questa autodistruzione dell’uomo il mezzo attraverso il quale si serve il<br />

Signore per chiamarlo a conversione e a penitenza, per invitarlo a cercare<br />

l’unica via della sapienza che Å la croce di Cristo Gesá.<br />

Questa citazione di Paolo dovrebbe spingerci a imparare a leggere i segni dei<br />

tempi che Dio sparge sul nostro cammino. Oggi, uno dei segni piá importanti Å il<br />

vuoto morale, spirituale, veritativo, il vuoto anche di sequela che avvolge tutta<br />

intera la nostra vita. Quando questo avviene, chi Å di buona volontÖ e cerca<br />

veramente la saggezza deve interrogarsi e chiedersi del perchÇ del suo<br />

fallimento perenne in ogni opera che intraprende.<br />

[20]E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.<br />

ä vano ogni disegno che non conferisce all’uomo la vita eterna; Å vano ogni<br />

disegno che non vede la vita eterna e il modo come poterla raggiungere e<br />

possederla per sempre.<br />

Se si esamina la sapienza del mondo, o i disegni dei sapienti di questo mondo<br />

ci si accorge di una cosa sola: la vita eterna non Å neanche considerata,<br />

neanche ci si immagina che ci possa essere una vita eterna.<br />

Si vive come animali, come animali si cresce, come animali ci si comporta,<br />

pensando che tutto si debba esaurire nell’ambito di questo tempo, credendo<br />

che la storia sia il tutto per l’uomo.<br />

Questo ieri, oggi e sempre. FinchÇ il sole e la luna brilleranno nel cielo, c’Å<br />

questo oblio della vita eterna, che tanto male reca all’uomo stesso e alle sue<br />

relazioni con gli altri uomini, con se stesso e con lo stesso Dio. Che sapienza Å<br />

questa che dimentica il fine eterno dell’uomo, o che neanche lo cerca, o che se<br />

gli viene rivelato, lo rifiuta e lo nega?<br />

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