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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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nella stessa sua conoscenza del visibile, manifesta in sÇ il positivo e il negativo<br />

dell’uomo. Il positivo Å l’esigenza di Dio, che scaturisce in lui dall’essere ad<br />

immagine e somiglianza del suo creatore. Questa esigenza Å vera, come Å<br />

naturale la ricerca di Dio nel cuore dell’uomo. Il negativo Å invece la<br />

deformazione di Dio, la costruzione di Lui a partire dalla mente umana.<br />

L’ateismo Å innaturale; il teismo Å naturale; ma il teismo, o politeismo, sono<br />

l’uno e l’altro espressione dell’uomo corrotto dal peccato e quindi espressione<br />

non chiara, non nitida, non perfettamente vera di Dio; espressione in cui<br />

contenuti di non conformitÖ alla veritÖ di Dio sono infinitamente inferiori dei<br />

contenuti di falsitÖ. Possiamo dire che pochissimi sono i contenuti di veritÖ,<br />

moltissime le deformazioni operate in Dio. Di per sÇ l’uomo cerca il vero Dio,<br />

ma quello che adora non Å il vero Dio. Quello che adora Å il Dio che il suo<br />

cuore, la sua mente, la sua coscienza, la sua storia Å riuscito a dargli, proprio<br />

perchÇ l’idea di Dio Å innata nell’uomo a motivo della sua creazione.<br />

Dio non vero, uomo non vero, moralità non vera. Che il Dio che si adora<br />

nelle religioni non sia il vero Dio, lo attesta il fatto che l’uomo che esso crea e<br />

forma non Å il vero uomo. Manca in quest’uomo una moralitÖ elevata, una<br />

spiritualitÖ eccelsa, una concezione dello stesso uomo per molti versi carente.<br />

Basta osservare il modo come ci si comporta dinanzi ai problemi essenziali<br />

della vita, o nelle relazioni con gli altri. ä sufficiente fare un piccolissimo<br />

esempio per convincersi di questo. Noi sappiamo che l’Antico Testamento Å<br />

rivelazione di Dio ed Å rivelazione del Dio vero nella quale sono manifestati i<br />

tratti del Dio Creatore, Unico, Signore del cielo e della terra. Sappiamo perà che<br />

la Rivelazione dell’Antico Testamento ancora non Å perfetta, Å incipiente. Il Dio<br />

che l’Antico Testamento manifesta Å vero, ma non perfettamente rivelato in sÇ.<br />

Siamo verso la pienezza della rivelazione, ma ancora non siamo giunti ad essa.<br />

Gesá, che Å venuto a rivelare il vero Dio nella pienezza del suo amore e della<br />

sua veritÖ, lo ha detto: sono venuto a portare a compimento la legge e i profeti.<br />

Portando il compimento nella legge e nei profeti, ha portato il compimento<br />

anche nell’uomo. Questo compimento Å espresso in Matteo attraverso sei<br />

contrapposizioni: Avete inteso, ma io vi dico. Agire secondo: “Avete inteso”<br />

e agire secondo: “Ma io vi dico” non Å la stessa cosa. C’Å una differenza<br />

abissale nella stessa concezione dell’uomo. Il vero uomo, la vera moralitÖ Å<br />

quella espressa da Cristo, l’altro uomo, l’altra moralitÖ Å solo incipiente, Å in via<br />

di formazione, cammina verso la pienezza della veritÖ, vi deve pervenire. Se<br />

questo vale per la religione veterotestamentaria, che noi sappiamo vera,<br />

autentica rivelazione di Dio, quanto piá deve essere affermato per ogni altra<br />

religione, nella quale non solo non vi Å vera e autentica rivelazione, vi Å anche<br />

tantissima tradizione umana, spesso peccaminosa, non conforme neanche alla<br />

moralitÖ che la coscienza degli altri Å riuscita a evidenziare e a porre come<br />

norma per il retto agire nella comunitÖ degli uomini.<br />

Visione attraverso il peccato. La visione di Dio Å vera, si vede Dio, ma<br />

attraverso gli occhi del peccato dell’uomo, oppure attraverso gli occhi del rifiuto<br />

dell’annunzio del vero Dio. Il vero Dio mai potrÖ essere il frutto della visione<br />

dell’uomo. Il vero Dio Å solo frutto dell’annunzio, della predicazione,<br />

dell’evangelizzazione dei popoli e delle genti. Se la Chiesa riprende la via della<br />

predicazione, della missione “ad gentes”, fa risuonare in ogni luogo il Vangelo<br />

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