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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Se tutto viene osservato dal punto di vista della giustizia retributiva nessuno si<br />

deve scandalizzare se Paolo si nutre raccogliendo i beni materiali dalla semina<br />

spirituale del Vangelo di Dio.<br />

ä questo un suo preciso diritto, come Å un diritto di tutti gli altri annunciatori<br />

della Parola di vita.<br />

[12]Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più? Noi<br />

però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo<br />

per non recare intralcio al Vangelo di Cristo.<br />

Paolo ha una convinzione nel cuore. Lui Å certo che quanto a lavoro nella vigna<br />

del Signore non si Å mai risparmiato in nulla e che ha superato ogni altro<br />

lavoratore.<br />

Questo non Å vanto, ma una constatazione storica. Lo attesta il lavoro svolto.<br />

PoichÇ la giustizia, si Å detto, deve tener conto anche della quantitÖ del lavoro<br />

svolto, se per gli altri Å giusto raccogliere frutti materiali dalla semina spirituale<br />

del Vangelo di Dio nei cuori, questo deve essere ancora piá giusto per lui, che<br />

si Å affaticato piá di tutti gli altri.<br />

Il di piá di cui lui parla non Å un di piá arbitrario, o legato alla sua persona che in<br />

quanto apostolo meriterebbe di piá. Il merito non deve mai riguardare la<br />

persona, bensâ il lavoro effettivamente svolto.<br />

Chi lavora di piá, ha diritto di piá; chi lavora di meno, ha diritto di meno. ä<br />

questa la regola della giustizia. Tant’Å che lo stesso Paolo dice ai Tessalonicesi<br />

che non Å giusto che mangi colui che non lavora. Chi non ha seminato,<br />

neanche deve raccogliere. ä anche giusto, perà, che chi ha seminato di piá,<br />

raccolga di piá.<br />

ä questa una questione di principio e noi sappiamo che Paolo Å rigido quanto<br />

all’affermazione di essi. Uno puà anche rinunciare al suo diritto, ma nessuno<br />

glielo puà togliere, nessuno puà osservarlo in modo ingiusto.<br />

Ebbene, Paolo che afferma il principio e la sua validitÖ per gli altri e per se<br />

stesso, lui che afferma che il suo diritto nel raccogliere i frutti della predicazione<br />

del Vangelo ha una consistenza quantitativa maggiore, proprio lui rinuncia a<br />

questo diritto. Non se ne vuole servire, non se ne Å servito.<br />

Per quale motivo? Per non recare intralcio al Vangelo di Cristo.<br />

Qual Å l’intralcio? Il sospetto che potrebbe sorgere in qualche cuore non<br />

sufficientemente formato nella veritÖ e nella caritÖ di pensare che lui predichi il<br />

Vangelo per un guadagno terreno.<br />

Sarebbe questo pensiero dannoso per il Vangelo e per la sua accettazione, o<br />

accoglienza nei cuori. PoichÇ il Vangelo merita il sacrificio della nostra vita,<br />

merita a maggior ragione il sacrificio di un qualche nostro diritto.<br />

A tutto bisogna rinunciare perchÇ il Vangelo di Cristo brilli nella sua luce di<br />

veritÖ, di santitÖ, di libertÖ, di amore, di salvezza. Niente, proprio niente, deve<br />

impedire al Vangelo di illuminare il mondo; nulla deve renderlo meno brillante,<br />

nulla deve velarlo o renderlo opaco nella sua forza travolgente. Se il missionario<br />

ha il piá piccolo sospetto - per Paolo il sospetto nasceva dalla conoscenza del<br />

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