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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Quando si emette un giudizio, si prende il posto di Dio. Dio puà giudicare,<br />

perchÇ lui conosce le intenzioni del cuore, sa il grado di responsabilitÖ di ogni<br />

persona, di ogni singolo individuo. Egli Å l’unico che puà giudicare secondo<br />

giustizia nella perfetta ed assoluta conoscenza.<br />

Quando si giudica si commettono due peccati gravi. Il primo Å quello di essersi<br />

messi al posto di Dio. Dio solo Å Dio, l’uomo Å uomo e non Dio. Egli non puà<br />

giudicare perchÇ non Å Dio. Non puà giudicare, in secondo ordine, perchÇ non<br />

possiede la scienza di Dio. Per l’una e per l’altra ragione egli deve astenersi da<br />

ogni giudizio.<br />

Se lo fa, commette una ingiustizia. Emette una sentenza, ma non secondo<br />

veritÖ; ma anche se potesse farlo secondo veritÖ, commetterebbe lo stesso<br />

peccato, perchÇ il Signore ha riservato a sÇ ogni giudizio.<br />

In Corinto si giudica perchÇ essi hanno perso il contatto con lo Spirito del<br />

Signore e sono senza veritÖ. Non si conoscono, non conoscono, non vogliono<br />

conoscere. C’Å in loro solo orgoglio, superbia, arroganza spirituale, ricerca del<br />

primo posto.<br />

Quando nel cuore non c’Å lo Spirito del Signore che conduce e illumina la<br />

strada su cui incanalare la nostra esistenza, l’uomo facilmente si lascia<br />

prendere dalle sue emozioni e dona libero sfogo al suo cuore. Ma questo Å<br />

male, Å peccato se fatto con coscienza, con conoscenza della veritÖ su Dio.<br />

Il fatto che i Corinzi giudicano quelli di dentro Å segno palese e manifesto,<br />

pubblica attestazione che Dio non Å dentro il loro cuore. Questa Å la veritÖ che<br />

sta emergendo in questi primi capitoli della sua Lettera e sarÖ una veritÖ che ci<br />

accompagnerÖ sempre, perchÇ vedremo in seguito che lo stesso mistero di<br />

Cristo, nel suo culmine che Å la risurrezione gloriosa al terzo giorno, da essi<br />

veniva contestato, negato. Si affermava infatti che Cristo non Å risorto.<br />

Lo Spirito non viene alimentato nel cuore, il cuore diviene debole, pecca. Lo<br />

Spirito abbandona il cuore, l’uomo cade in ogni genere di falsitÖ e di cattiva<br />

dottrina e tutto questo a causa dell’indebolimento dello Spirito che lui ha<br />

operato nel suo cuore, che non Å stato nutrito piá di sana dottrina e neanche<br />

della grazia divina che si attinge maggiormente nel corpo di Cristo nel<br />

sacramento dell’Altare.<br />

[13]Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi!<br />

Viene qui ribadito il principio che deve regolare ogni rapporto degli uomini tra di<br />

loro. Essi si devono astenere da ogni giudizio. Il giudizio appartiene a Dio, a Dio<br />

solo. Nessun altro puà arrogarsi questo diritto.<br />

Ma che cosa Å il giudizio in sÇ? Il giudizio Å l’imputazione di responsabilitÖ<br />

sull’opera dell’uomo, sia in bene che in male. In tale senso Å anche<br />

dichiarazione di colpevolezza, o di innocenza, con relativa attribuzione di pena,<br />

o di gaudio eterno. Il giudizio si distingue e si differenzia dal discernimento che<br />

Å in sÇ la valutazione di conformitÖ o meno di un atto secondo la veritÖ rivelata,<br />

secondo il Vangelo di nostro Signore Gesá Cristo. Mentre il giudizio Å sempre<br />

da evitare, il discernimento Å sempre da compiere. Il motivo Å assai chiaro: se<br />

non compissimo il discernimento su quanto noi pensiamo, operiamo, facciamo,<br />

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