PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

Una certezza muove Paolo. Il mondo Å mondo, ma nel mondo che Å mondo e
rimane tale senza la Croce di Cristo e senza Cristo crocifisso, non c’Å una sola
cultura, un solo pensiero, un solo modo di concepire e di relazionarsi con la
divinitÖ. Ognuno ha un suo particolare pensiero, una sua usanza, un costume,
una storia religiosa. Ognuno ha pensato e pensa il suo Dio, anzichÇ lasciarsi
pensare da Dio, lasciarsi fare da Lui secondo la sua divina volontÖ.
In qualunque parte o porzione di mondo l’apostolo del Signore sarÖ inviato per
predicare il Vangelo. Il Vangelo dovrÖ essere necessariamente Cristo crocifisso,
egli dovrÖ scontrarsi con la sua cultura, con il suo pensiero, con la sua storia
religiosa; dovrÖ essere sottoposto al martirio e alla stessa croce del suo
Maestro e Signore se vuole che la croce di Cristo penetri nel mondo e lo salvi,
lo liberi dagli errori e dalla menzogna circa la retta conoscenza di Dio e lo
incammini per sentieri di veritÖ e di giustizia.
ä un discorso, questo, che vale per sempre, finchÇ il sole e la luna brilleranno
nel cielo; finchÇ non verranno i cieli nuovi e la terra nuova ci sarÖ sempre
questo contrasto tra il Vangelo e il mondo. Che si chiami sapienza dei Greci,
stoltezza dei Giudei, praticitÖ dei Romani, immoralitÖ degli uni e idolatria degli
altri, diversitÖ di concezione religiosa, non importa sotto quale nome il mondo si
definisca e si presenti all’appuntamento con il Vangelo, l’apostolo del Signore
dovrÖ sempre scontrarsi con questa mentalitÖ dell’uomo che vuole farsi senza il
vero Dio, ma che si nasconde dietro un falso Dio. ä un falso Dio ogni Dio che
non Å il Dio di Gesá Cristo ed ogni adoratore di un falso Dio, di un Dio che non
Å Dio, deve convertirsi all’adorazione dell’unico e vero Dio, il cui Volto manifesto
e visibile Å la Croce, piá precisamente, Å Cristo Crocifisso.
Se questa veritÖ cade dal cuore dell’apostolo del Signore, allora egli andrÖ per
vie di umana diplomazia; metterÖ il suo Dio sullo stesso piano degli altri dei e
con loro formulerÖ degli accordi, farÖ delle riunioni, si incontreranno anche per
pregare insieme. Nasce cosâ la relativizzazione della croce di Cristo e, peggio
ancora, nasce la relativizzazione di Cristo Crocifisso.
Cristo Crocifisso, che Å il solo Dio vivo e vero, il solo Redentore dell’umanitÖ, il
solo suo Salvatore, il Giudice dei vivi e dei morti, per la mente stolta degli inviati
del Signore, viene posto assieme agli altri. L’unico che Å, che viene e che sarÖ
in eterno Dio viene messo accanto a coloro che non sono, non vengono, mai
saranno.
L’unico che ha Parole di vita eterna viene paragonato a coloro che non hanno
Parole di vita eterna e che mai le hanno avute. Ma questa Å la stoltezza non del
mondo, ma dell’inviato del Signore che ha rinnegato la croce di Gesá, ha
rinnegato Cristo Crocifisso, lo ha venduto al mondo per un poco di rispetto e per
poter liberamente circolare in questo mondo adoratore di falsi dei e di falsi
signori.
L’apostolo del Signore, del Dio Crocifisso mai deve svendere la Croce, mai
deve vendersi Cristo Crocifisso per un vantaggio fosse anche religioso, o di
libertÖ religiosa che gli viene concessa. Svendere la Croce e vendersi il
Crocifisso alle altre religioni significa cadere nella trappola del mondo, il quale
tutto concede alla Chiesa di Cristo Gesá, concede anche di predicare Cristo,
ma ad una condizione che lo renda uno come tutti gli altri, che lo relativizzi, che
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