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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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creato e Dio. ä la Croce il dono di Dio all’umanitÖ. D’ora in poi chi vuole<br />

conoscere se stesso, chi vuole conoscere Dio, chi vuole liberare se stesso, chi<br />

vuole vivere la giusta relazione con gli altri, deve farlo dall'alto della Croce,<br />

crocifisso anche lui con Cristo Gesá.<br />

[26]Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti<br />

sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili.<br />

Quanto Paolo ha detto finora Å un argomento di fede, di purissima fede, di<br />

veritÖ rivelata, di Vangelo, che egli annunzia e che predica. Questa veritÖ,<br />

poichÇ Å di fede, puà essere semplicemente creduta. Se non viene creduta,<br />

resta veritÖ di fede sempre, ma non aiuta l’uomo a comprendersi nella Croce di<br />

Cristo, nÇ a comprendere la Croce di Gesá.<br />

Ora invece Paolo opera un’applicazione pratica del principio di fede. Fa<br />

scendere cioÅ il principio della fede dal cielo, o dall’alto della Croce, sulla terra,<br />

in modo che quelli che lo ascoltano, possono, se vogliono, anche al lume della<br />

loro umana razionalitÖ, intelligenza e sapienza, constatare la veritÖ di quello che<br />

lui sta dicendo loro e cioÅ che la debolezza di Dio Å piá potente degli uomini e<br />

che la stoltezza di Dio Å piá sapiente degli uomini.<br />

Se uno osserva l’estrazione sociale della comunitÖ di Corinto deve constatare<br />

una sola cosa: quelli che ne fanno parte sono tutti piccoli: non ci sono dotti,<br />

filosofi, sapienti secondo il mondo; non ci sono potenti, uomini cioÅ che usano<br />

la forza e la fanno usare, e non ci sono neanche i nobili, coloro che hanno un<br />

nome per tradizione e che contano nella societÖ.<br />

La comunitÖ di Corinto Å fatta di semplici, di poveri, di deboli, di gente comune.<br />

ä fatta cioÅ di gente che non ha nessun peso sociale nella cittÖ. ä fatta di gente<br />

che non conta, che non vale per gli altri. ä fatta di gente senza potere e senza<br />

incidenza, nÇ in campo politico, nÇ in campo militare e neanche in campo<br />

strettamente sociale.<br />

Sono dinanzi al mondo una nullitÖ, un niente. Non hanno forza, non hanno<br />

potere, non hanno nome, non hanno neanche disponibilitÖ economica. Sono<br />

gente senza importanza alcuna, che il mondo neanche calcola, perchÇ non ha<br />

bisogno di loro per essere.<br />

Chi Å mai quell’uomo che per realizzare un atto di potenza prende un debole,<br />

per dimostrare la sua saggezza prende un semplice e per rivelare la sua<br />

nobiltÖ, la sua elevatezza sociale si serve del piá povero della terra, di uno che<br />

non ha alcuna considerazione nella societÖ in cui vive?<br />

Chi Å tra gli uomini che dovendo compiere un’opera grandiosa si serve di coloro<br />

che non sanno neanche loro cosa sono e soprattutto non hanno nessun mezzo,<br />

nessuna possibilitÖ, nessuna relazione umana che possa loro consentire di<br />

compiere l’opera loro affidata?<br />

Sarebbe veramente un agire da stolti, da insipienti, da insensati pensare<br />

solamente di affidare a qualcuno qualcosa sapendo che costui, umanamente<br />

parlando, a motivo della sua condizione di estrema povertÖ materiale e<br />

spirituale, Å nell’assoluta impossibilitÖ di poter realizzare un’opera cosâ grande<br />

da sconvolgere il cielo e la terra.<br />

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