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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Se non si ha nel cuore questo principio, neanche si prega lo Spirito del Signore<br />

e l’uomo rimane nella sua confusione e nella sua imperfezione. L’invocazione<br />

dello Spirito Å come se anticipasse i tempi della nostra conoscenza perfetta che<br />

avverrÖ solo in paradiso, o nell’altra vita, quando saremo alla presenza di Dio.<br />

Con lo Spirito nel cuore l’eternitÖ diviene presente e la conoscenza saggezza<br />

ed intelligenza. Con lo Spirito Å come se ci fosse un’anticipazione nella<br />

conoscenza della veritÖ e questo senz’altro ci aiuta a vedere cià che Å<br />

imperfetto e confuso, per abbandonarlo e iniziare un cammino nella pienezza<br />

della veritÖ.<br />

Bisogna tutto rimandare nell’ora futura, nell’ora eterna? Niente affatto. Con la<br />

presenza dello Spirito Santo possiamo giÖ fin da ora avere una conoscenza<br />

perfetta di Dio, possiamo anche avere una conoscenza perfetta di noi stessi,<br />

sempre perà che la luce dello Spirito ci illumini e che noi vogliamo rimanere<br />

sotto la sua luce.<br />

Se questo non avviene allora continueremo a confondere giusto ed ingiusto,<br />

vero e falso, necessario e non necessario, essenziale e secondario, finalitÖ e<br />

mezzi.<br />

Commetteremo ogni genere di errori, perchÇ non abbiamo voluto lasciarci<br />

muovere e condurre dallo Spirito Santo del Signore Gesá.<br />

La perfezione assoluta della conoscenza di noi stessi, degli altri e di Dio la<br />

possederemo solo nell’aldilÖ, quando vedremo Dio cosâ come egli Å, lo vedremo<br />

senza i veli degli occhi di carne, lo contempleremo con gli occhi dello spirito e<br />

con gli stessi occhi vedremo la nostra vita e tutte le stoltezze commesse in<br />

essa, a causa della nostra non invocazione dello Spirito e della non richiesta di<br />

saggezza e di intelligenza per vedere, comprendere e contemplare ogni cosa in<br />

Dio e secondo Dio.<br />

[13]Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la<br />

carità; ma di tutte più grande è la carità!<br />

Fede, speranza e caritÖ rimangono perchÇ devono accompagnare il cammino<br />

dell’uomo fino al regno dei cieli.<br />

Quando saremo nel regno dei cieli, finirÖ la fede; vedremo Dio faccia a faccia, lo<br />

contempleremo cosâ come egli Å; lo vedremo nella sua purissima essenza di<br />

veritÖ, di amore, di giustizia, di misericordia.<br />

Nell’aldilÖ finirÖ la fede, perchÇ siamo nel mondo eterno della visione diretta di<br />

Dio; finirÖ la speranza perchÇ avremo conseguito la sua meta. Abbiamo<br />

raggiunto il paradiso. Cosa ci resta? Solo la caritÖ.<br />

Fede, speranza e caritÖ rimangono perchÇ sono esse che devono traghettare<br />

l’uomo dalla terra al cielo, dal presente al futuro eterno, dal contingente<br />

all’essenziale, dall’imperfetto al perfetto, da cià che non Å, a cià che Å e che ha<br />

consistenza eterna.<br />

La caritÖ Å piá grande della fede e della speranza. Fede e speranza sono<br />

ordinate alla caritÖ e una volta che l’uomo Å perfettamente in Dio, non gli<br />

servono piá. Non gli serve la speranza perchÇ egli Å giÖ in Dio e presso Dio;<br />

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