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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Questo corpo non Å ideale, Å reale. Se fosse solamente ideale, anche la<br />

comunione sarebbe ideale e non reale. Se fosse ideale il corpo che si forma tra<br />

coloro che mangiano del corpo di Cristo, significherebbe che il corpo di Cristo Å<br />

anch’esso ideale e non reale.<br />

Il mistero di questa unitÖ Å grande. Quanti sono in Cristo sono realmente un<br />

solo corpo, una sola vita; sono una sola unitÖ operativa, come una sola unitÖ<br />

operativa Å il corpo dell’uomo.<br />

Le conseguenze sul piano della comunione devono essere anch’esse reali.<br />

Sono reali se l’altro Å considerato parte di me ed io mi considero parte di lui.<br />

Questo avviene quando realmente l’altro Å parte di me e non solo idealmente.<br />

ä realmente parte quando l’altro vive per me ed io per lui; quando tutto cià che<br />

sono ed ho Å dell’altro, e cià che Å e possiede l’altro Å per me, in una vera<br />

comunione reale.<br />

Questa comunione si vive nella misura in cui si toglie potere all’altra forza che Å<br />

creata in noi dal peccato ed Å la forza dell’egoismo. Il peccato isola l’uomo e lo<br />

separa dall’altro; la comunione lo fa divenire una sola cosa con l’altro, anzi una<br />

sola realtÖ, un solo corpo, una sola vita, una sola unitÖ.<br />

Togliendo il peccato dal nostro corpo, dal nostro spirito, dalla nostra anima,<br />

abolendo il vizio e ogni altra imperfezione, il cristiano raggiunge la perfetta<br />

libertÖ interiore ed esteriore; diviene un uomo costruttore di comunione; diviene<br />

un uomo che vive per l’altro, in tutto come ha fatto Cristo Gesá, che visse solo<br />

per noi, visse offrendoci la sua vita per il nostro riscatto, per la nostra salvezza<br />

e redenzione, donandoci il suo stesso corpo come nostro nutrimento di vita<br />

eterna.<br />

La comunione reale che Å il dono di noi stessi ai fratelli e in Cristo all’intera<br />

umanitÖ – Cristo ha dato la vita per l’intera umanitÖ e non solo per coloro che<br />

sarebbe divenuti suo corpo – si compie e si realizza sono nella santitÖ, che Å<br />

perfetta e completa libertÖ dal peccato.<br />

FinchÇ un solo peccato veniale dimora nel cuore del cristiano, la sua<br />

comunione reale soffre di imperfezione. Ci si accorge di non essere perfetti<br />

dall’assenza di comunione reale che noi riusciamo a costruire con i nostri fratelli<br />

e con il mondo intero.<br />

ä veritÖ: mangiando il corpo di Cristo dovrebbe portarci alla comunione di<br />

santitÖ con Cristo. Cristo, mangiandolo, ci riveste della sua santitÖ e ci consente<br />

di vivere secondo pienezza la nostra comunione con il mondo intero che deve<br />

essere comunione spirituale e materiale, dei beni dell’anima e di quelli del<br />

corpo. Chi non vive in pienezza di santitÖ la comunione con il Corpo di Cristo,<br />

celebra l’Eucaristia in modo non vero, peccaminoso.<br />

ä veritÖ: chi mangia santamente l’Eucaristia necessariamente vivrÖ la<br />

comunione reale in modo evidente, perchÇ farÖ della sua vita un dono d’amore<br />

per il mondo intero.<br />

[18]Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime<br />

sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?<br />

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