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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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produrre per noi un frutto di vita eterna, che altro non Å se non la caritÖ di Dio<br />

che si deve riversare tutta e interamente nella nostra anima, in modo che ogni<br />

nostro pensiero e ogni nostra azione siano sempre rivolti a compiere gesti di<br />

caritÖ sempre piá grandi, sempre piá universali, fino ad abbracciare idealmente<br />

il mondo intero, fino a consumare la nostra vita per amare Dio e i fratelli<br />

secondo la sua volontÖ.<br />

Tutto al servizio della carità. Se ogni cosa Å imperfetta, se Å solo strumento<br />

per amare Dio e il prossimo, Å ben giusto che tutto venga posto a servizio della<br />

caritÖ, tutto venga speso per la caritÖ, tutto sia vissuto per amare piá<br />

intensamente Dio e il prossimo, compiendo perfettissimamente ogni<br />

disposizione che Å uscita dalla bocca di Dio. Per tanti, purtroppo, oggi non Å<br />

cosâ. Le cose di questo mondo da mezzi sono divenuti fini a se stanti e tutto cià<br />

che l’uomo fa Å senza sbocco nel soprannaturale. Spesso si vive come se il<br />

Paradiso non esistesse, si muore come se non dovessimo mai presentarci al<br />

cospetto di Dio per il giudizio, si agisce come se la morte eterna non fosse<br />

veritÖ della nostra santissima fede. Tutto questo comporta una vita vissuta<br />

rinnegando la caritÖ, ignorando la veritÖ e la fede, dimenticando la speranza del<br />

regno eterno di Dio. Occorre che la Chiesa, custode della caritÖ di Dio, vi metta<br />

ogni impegno, cambi interamente la sua stessa vita, al fine di indicare a tutti i<br />

suoi figli, e, per loro tramite, al mondo intero che le cose di questo mondo non<br />

hanno valore in sÇ, perchÇ sono terra e la terra non ha valore. Tutto ha valore<br />

se viene trasformato in caritÖ, in opera di misericordia, in obbedienza a Dio, in<br />

servizio alla salvezza, in dono della veritÖ, in costruzione della speranza nei<br />

cuori smarriti, confusi, incerti, incapaci di aprisi un varco verso l’eternitÖ, perchÇ<br />

i beni di questo mondo hanno accecato i loro occhi, turato le loro orecchie, resa<br />

muta la loro bocca. Questa coscienza deve essere data ad ogni uomo, perchÇ<br />

diventi l’unica legge che governa e pone in essere ogni loro azione.<br />

Bambini, o adulti nella fede? Si Å adulti nella fede, quando facciamo della<br />

caritÖ l’unico scopo, il solo fine della nostra vita e con ogni mezzo e impiegando<br />

ogni nostra energia vogliamo realizzarla, vivendo secondo ogni parola che Å<br />

uscita dalla bocca di Dio, imitando Cristo Gesá, che Å la caritÖ Incarnata,<br />

Crocifissa, Risorta, Ascesa al cielo. Quando invece non si vive per far<br />

fruttificare al cento per uno il seme della caritÖ che Dio ha versato nel nostro<br />

cuore il giorno del battesimo, noi non siamo adulti nella fede, siamo ancora<br />

bambini, siamo dei neonati. Siamo stati posti sul cammino della vita, ma ancora<br />

non camminiamo verso la pienezza della vita. Siamo bambini perchÇ perdiamo<br />

lo scopo della nostra esistenza e ci lasciamo travolgere dalle cose del<br />

momento, da cià che effimero, passeggero, che dura solo il tempo che dura,<br />

mentre poi si ha bisogno di un altro passatempo, perchÇ bene o male bisogna<br />

pur trascorrere la giornata. Cosâ fanno i cristiani bambini nella fede. Non avendo<br />

da realizzare il fine della caritÖ, impegnando ogni loro energia, altro non fanno<br />

che trascorrere la vita, sciupandolo in mille piccoli gesti, in lavori e altro che di<br />

certo lasciano l’uomo nella sua indifferenza verso le cose del cielo, verso il suo<br />

futuro eterno. Lo scopo dell’uomo che vive senza caritÖ Å un pensiero fisso<br />

all’oggi, a cià che oggi serve; cià che invece realizza il nostro futuro eterno non<br />

Å per nulla considerato. L’insoddisfazione, la non pace, l’irrequietezza dell’uomo<br />

contemporaneo risiede proprio in questo vuoto del suo cuore. Il cuore si ricolma<br />

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