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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Croce e cultura. La cultura della croce. Si Å giÖ detto che la “croce” non Å<br />

“mortificazione arbitraria” o “rinuncia facoltativa” lasciata alla libera volontÖ<br />

dell’uomo. Chi dovesse intenderla cosâ, farebbe della croce un fatto umano e<br />

non divino; una realtÖ immanente e non trascendente; la farebbe una cosa della<br />

terra, ma non del cielo. Quando parliamo di Croce e cultura, o di cultura della<br />

Croce si deve intendere una sola veritÖ: ricerca perenne, costante della volontÖ<br />

del Padre. PoichÇ noi abbiamo, o stiamo costruendo un cristianesimo senza<br />

volontÖ del Padre, abbiamo anche un cristianesimo senza la cultura della croce,<br />

o senza la scelta della vera croce. Abbiamo sostituito la croce di Cristo, che Å<br />

obbedienza al Padre e nella mozione dello Spirito Santo, con la sofferenza e<br />

con le infinite povertÖ che ogni giorno aggravano la situazione spirituale e<br />

materiale dell’uomo. Bisogna invece che ogni uomo faccia della croce la propria<br />

vita, non da vedersi perà come rinunzia, abnegazione; bensâ come obbedienza,<br />

risposta a Dio, ascolto della sua Parola, mortificazione di se stessi per rimanere<br />

nella sua volontÖ. Nasce da questo principio, da questa cultura la civiltÖ<br />

dell’amore, perchÇ nasce la civiltÖ della fede, ma soprattutto nasce la civiltÖ<br />

dell’obbedienza alla Parola di Dio.<br />

La Croce è il nuovo Volto di Dio. Possiamo dire con veritÖ che la Croce Å il<br />

nuovo Volto di Dio. ä il nuovo Volto di Dio perchÇ Å il Volto perenne di Cristo<br />

Gesá. Cristo Gesá Å l’obbediente, perchÇ obbediente, Å il Crocifisso.<br />

L’obbedienza genera la croce. Non c’Å obbedienza vera che non conduca alla<br />

croce, alla morte di noi stessi per amore del Padre. La nostra societÖ, il nostro<br />

cristianesimo, cosâ come lo abbiamo costruito, Å senza il nuovo Volto di Dio,<br />

perchÇ Å senza l’obbedienza a Cristo, alla sua Parola, al suo Vangelo. Ma<br />

sempre, quando il cristianesimo Å senza Vangelo, Å un cristianesimo senza<br />

Croce, e quindi senza il vero Volto di Dio. Il mondo non vede piá oggi il Volto di<br />

Dio sul volto del cristiano, perchÇ non vede la croce scolpita sul suo volto.<br />

Dal nulla e nel nulla opera Dio. L’obbedienza Å dono della nostra vita al<br />

Signore. Nell’obbedienza l’uomo si sveste di sÇ, si spoglia del suo peccato, si<br />

libera della sua mente, del suo cuore, della sua volontÖ. Consegna tutto al<br />

Padre dei cieli, diviene come una brocca vuota. Il Padre dei cieli riempie di SÇ,<br />

della sua grazia, della sua veritÖ, del suo amore, della sua potenza, la brocca<br />

vuota che gli abbiamo consegnato e con essa salva il mondo. Il vuoto totale,<br />

assoluto, il vuoto piá grande glielo consegniamo nel momento della nostra<br />

crocifissione fisica e spirituale per obbedire alla sua volontÖ. In questo momento<br />

della massima nullitÖ dell’uomo e dalla pienezza di quella nullitÖ Dio interviene<br />

nella nostra storia e la salva, perchÇ la ricolma della sua veritÖ e della sua<br />

grazia. La grandezza dell’uomo dinanzi a Dio Å il suo svuotamento, il suo<br />

annichilimento, la sua nullitÖ. Tutto questo si chiama obbedienza piena, totale,<br />

perfetta, nella mozione interiore dello Spirito Santo, nella formazione esteriore<br />

alla Parola del Vangelo, nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica.<br />

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