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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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scienza risulta composta di qualche tradizione, di molti pregiudizi, di tante<br />

immaginazioni, di infinite incongruenze morali. Chi vuole operare santamente in<br />

questo corpo di Cristo, deve prendere sul serio la condizione morale nella quale<br />

lui Å chiamato a vivere. DovrÖ anche sapere che cambiando comunitÖ,<br />

cambiando luogo, gli potrebbe capitare di trovare un corpo di Cristo piá elevato<br />

in scienza morale, ma anche di trovarlo ai primi rudimenti della fede. La bontÖ<br />

dell’azione morale cambia di luogo in luogo; non perchÇ in un luogo un’azione<br />

fatta Å risultata buona, la stessa azione risulterÖ necessariamente buona<br />

nell’altro luogo, nell’altra comunitÖ. Anche questa differente situazione del corpo<br />

di Cristo deve essere seriamente considerata, altrimenti c’Å il pericolo dello<br />

scandalo. L’azione buona in sÇ, a causa della differente scienza del corpo di<br />

Cristo, potrebbe alla fine risultare un’azione imprudente, causa di scandalo, di<br />

pettegolezzi, di mormorazioni, di giudizio, di condanna e di tante altre parole<br />

inutili e vane che non edificano per nulla il corpo del Signore Gesá.<br />

La fede dell’altro misura e metro per noi. Sappiamo ora qual Å il retto e sano<br />

principio per valutare la bontÖ di ogni nostra azione. Questo principio non<br />

risiede solamente in noi, risiede in noi e negli altri. Deve risiedere in noi quanto<br />

a sano discernimento tra veritÖ e falsitÖ; risiede negli altri quanto a distinzione<br />

tra opportunitÖ e non opportunitÖ a che un’azione venga compiuta. Noi<br />

dobbiamo formarci una coscienza morale capace di agire sempre nella piá<br />

grande rettitudine, che Å perfettissima conoscenza della volontÖ di Dio circa il<br />

bene da operare e il male da evitare. Poi bisogna fare attenzione ai fratelli, sono<br />

loro la nostra regola di opportunitÖ, di non opportunitÖ di un atto moralmente<br />

sano e giusto in sÇ. Per agire santamente la coscienza dell’altro diviene per noi<br />

regola infallibile, regola da tenere sempre presente ai nostri occhi. Chi farÖ<br />

questo, chi saprÖ sempre mettersi dinanzi allo specchio della coscienza dei<br />

fratelli, troverÖ sempre le regole perchÇ ogni sua azione buona in sÇ, diventi<br />

anche buona per gli altri, a loro edificazione e salvezza, a loro buon esempio ed<br />

esemplaritÖ perfetta, per la costruzione in se stessi e nel mondo del corpo di<br />

Cristo Gesá.<br />

Un solo Dio e gli altri? La nostra santa fede confessa che vi Å un solo Dio in<br />

tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Confessa inoltre che il Figlio<br />

dell’Altissimo, l’Unigenito del Padre, si fece carne nel seno della Vergine Maria,<br />

si fece uomo per la nostra salvezza. Confessa altresâ che in nessun altro c’Å<br />

salvezza, se non nel nome di Gesá Cristo il Nazareno, morto per i nostri<br />

peccati, risorto per la nostra giustificazione. Questa salvezza si compie in forma<br />

piena, vera, santa solo nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Se esiste<br />

un solo Dio in Tre Persone, se c’Å una sola via di salvezza: Cristo Gesá che la<br />

riversa nel cuore per opera dello Spirito Santo, gli altri dei e le altre vie di<br />

salvezza, sono veramente dei e veramente vie di salvezza? Questi altri dei e<br />

queste altre vie di salvezza sono il frutto di quel legame religioso naturale che<br />

esiste in ogni uomo, in quanto fatto dall’unico Dio a sua immagine e<br />

somiglianza. La religione non Å un fatto estraneo all’uomo, un fatto solamente<br />

culturale. ä un fatto innato, che ha creato la cultura religiosa, o meglio, le molte<br />

culture religiose. Questo fatto innato, poichÇ nasce da un uomo caduto nel<br />

peccato, che vive all’ombra dell’ignoranza, che non riesce piá a distinguere con<br />

precisione il vero e il falso nella sua coscienza, che spesso Å anche deformato<br />

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