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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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membro viene meno nella sua funzionalitÖ e sia perchÇ si ha bisogno di ogni<br />

altro membro perchÇ noi possiamo svolgere bene la nostra ministerialitÖ o<br />

funzione.<br />

Se l’altro mi Å necessario, dell’altro devo prendermi cura, devo custodirlo,<br />

aiutarlo, sostenerlo, incoraggiarlo, difenderlo in ragione dell’essere lui membro<br />

del corpo di Cristo, ma anche in ragione dell’essere lui necessario a me perchÇ<br />

io possa svolgere bene il ministero che il Signore mi ha conferito all’interno<br />

dell’unico corpo.<br />

Non ci sono nel corpo di Cristo carismi che si possono vivere nell’autonomia,<br />

nella disunione; non ci sono carismi importanti e meno importanti, possono<br />

esserci carismi appariscenti e nascosti, ma che siano appariscenti o nascosti,<br />

non significa in alcun caso che possano vivere da se stessi. Il nascosto ha<br />

bisogno dell’appariscente per compiere il suo ministero; l’appariscente ha<br />

bisogno del nascosto per svolgere secondo veritÖ il compito che il Signore gli<br />

ha affidato.<br />

Se l’uno ha bisogno dell’altro, Å cosa giusta, doverosa, santa, obbligatoria che<br />

l’uno si prenda cura dell’altro e che l’altro si prenda cura dell’uno e questo<br />

perchÇ l’uno Å dalla vita dell’altro e viceversa.<br />

Questa Å la legge che governa il corpo di Cristo. Questa Å la veritÖ che dirige<br />

ogni azione, ogni ministero, ogni carisma, ogni funzione che in esso si vive.<br />

[26]Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se<br />

un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.<br />

Si Å giÖ detto che l’opera Å del corpo e non delle singole membra; delle singole<br />

membra Å la funzione particolare che consente al corpo di operare secondo la<br />

volontÖ di Dio, di svolgere la missione di salvezza che il Padre dei cieli gli ha<br />

affidato.<br />

Nell’unico corpo c’Å un’unica vita, ma anche un’unica legge di vita. Quest’unica<br />

vita Å la vita che dalle membra si riversa interamente sul corpo e dal corpo<br />

ritorna interamente sulle membra.<br />

Non ci sono vite singole, vite cioÅ delle membra, come se ogni membro ne<br />

vivesse una per conto suo. La vita Å del corpo ed Å una sola; le membra<br />

concorrono a che questa vita sia piena, sia rispondente al disegno di Dio.<br />

PoichÇ Å un’unica vita, se la vita Å nel dolore, tutte le cellule sono nel dolore,<br />

anche se Å una sola cellula che Å nel dolore; cosâ dicasi anche per la gloria e<br />

l’onore; se una cellula o un membro riceve onore, tutto il corpo e quindi tutte le<br />

membra e tutte le cellule ricevono onore.<br />

Se un membro Å nella gioia tutto il corpo Å nella gioia; cosâ, se un membro Å nel<br />

dolore, tutto il corpo Å nel dolore. Secondo questa legge ognuno deve vedersi<br />

nel corpo di Cristo. Ma per vedersi cosâ occorre ad ognuno la fede, quella fede<br />

che lo fa uscire da se stesso, dal suo piccolo mondo, dalle sue piccole funzioni<br />

che svolge all’interno del corpo, per aprirsi alla dimensione universale del<br />

corpo, a quella ministerialitÖ propria del corpo di Cristo Gesá.<br />

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