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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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pone in seria difficoltÖ lo stesso Vangelo. Se la Parola di Gesá Å opera di pace,<br />

di misericordia, di povertÖ in spirito, di purezza del cuore, come Å possibile che<br />

un cristiano si comporti diversamente, in modo del tutto opposto della Parola<br />

che annunzia?<br />

Se fa questo o non crede nella Parola, o la Parola che egli annunzia non Å vera.<br />

Se non Å vera per lui, per chi altro potrebbe essere vera? Chi crederÖ ad una<br />

parola non creduta vera dallo stesso che l’annunzia?<br />

Questa Å la ragione per cui Paolo interviene in una questione che alcuni<br />

potrebbero giudicare anche legittima per certi versi. Se Å legittima la questione,<br />

legittimo non Å il modo, perchÇ non Å prudente, non Å santo, essendo di<br />

intralcio, anzi di scandalo alla diffusione del santo Vangelo di Dio nel mondo.<br />

[2]O non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se è da voi che<br />

verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni di giudizi di minima<br />

importanza?<br />

I santi per Paolo sono i cristiani. Ad essi domani sarÖ affidato il giudizio del<br />

mondo.<br />

Si tratta naturalmente del giudizio dell’ultimo giorno, quando la loro santitÖ<br />

splenderÖ alta nel cielo, come le stelle del firmamento e sulla loro santitÖ sarÖ<br />

giudicato chi non ha creduto e non ha accolto il Vangelo della vita e della<br />

salvezza.<br />

Quello dei santi Å prima di tutto un giudizio morale, piá che un vero atto di<br />

giudizio. In secondo ordine c’Å da dire che Gesá associa i suoi nel suo giudizio.<br />

Come li ha associati nell’opera della redenzione, cosâ li associa nell’opera finale<br />

che Å il giudizio sopra ogni carne.<br />

I testi del Nuovo Testamento sono espliciti al riguardo. Questo vale in modo<br />

particolare per gli Apostoli, i quali si sederanno sopra dodici troni per giudicare<br />

le dodici tribá di Israele.<br />

Cristo Å il Giudice supremo, ultimo e tutto cià che Å di Cristo per partecipazione<br />

di ministero e di santitÖ, per partecipazione di vita Å concesso anche a quanti<br />

sono con lui una cosa sola nella vita e nella morte, nel compimento della<br />

volontÖ di Dio.<br />

L’altro giudizio Å quello morale. Il cristiano agendo con coscienza retta, pura,<br />

santa, operando sempre alla luce della volontÖ di Dio, giudica moralmente il<br />

mondo perchÇ attesta di lui che le sue opere sono malvagie.<br />

Questo giudizio deve essere sempre fatto, se viene a mancare Å segno<br />

evidente che il cristiano non agisce piá con coscienza retta e pura. Quando il<br />

cristiano non giudica piá il mondo Å segno che lui stesso Å diventato mondo ed<br />

Å la morte spirituale per lui.<br />

ä questo giudizio la forza del Vangelo nel mondo. La forza del cristiano Å la sua<br />

santitÖ, per essa giudica il mondo, per essa attesta che le sue opere sono<br />

cattive, non sono secondo Dio, per essa mette il mondo in crisi. Il cristiano che<br />

vive di santitÖ Å la crisi del mondo ed Å questo cristiano che il mondo teme,<br />

perchÇ svela e manifesta il suo peccato, il suo allontanamento da Dio. Il mondo<br />

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