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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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sacrificato, il cristiano vuole farsi anche lui corpo sacrificato, vita spezzata per i<br />

fratelli. Come puà avvenire questo? Mettendo se stesso e tutto cià che lui Å ed<br />

ha, a disposizione dei fratelli, in tutto come ha fatto Cristo Gesá. Cristo Gesá si<br />

Å fatto Eucaristia, corpo da mangiare perchÇ ognuno mangiando lui, mangi la<br />

vita eterna; il cristiano mangia il corpo di Cristo, si fa pane e cibo per il fratello,<br />

perchÇ chi lo mangia, mangi la vita, mangi la caritÖ del fratello, mangi la sua<br />

veritÖ e diventi ad immagine di Cristo e del fratello. Questa Å la ricchezza<br />

spirituale e materiale contenuta nel piá semplice dei gesti che Å quello di<br />

mangiare la Cena del Signore. Il gesto Å semplice, ma il contenuto Å salvezza<br />

per il mondo intero. Una sola comunione mangiata secondo la retta fede<br />

potrebbe cambiare un uomo, rendendo anche lui Eucaristia per ogni uomo che<br />

viene in questo mondo.<br />

Fare vergognare gli altri della propria povertà. Nella ComunitÖ di Corinto<br />

invece succedeva proprio il contrario. Chi aveva, mangiava; chi non aveva,<br />

moriva di fame; chi aveva, si ubriacava; chi non aveva, restava nella sua sete.<br />

L’altro era come se non esistesse; era come se fosse stato negato, cancellato,<br />

annullato. Questa Å vera uccisione dell’altro. Lo si uccide nella sua dignitÖ<br />

umana, cristiana, spirituale, fisica. Lo si priva di ogni considerazione, lo si<br />

annulla nella sua esistenza. L’altro semplicemente non c’Å. L’altro non<br />

vedendosi inserito nella comunione, si sentiva offeso nella sua povertÖ, nella<br />

sua ristrettezza, nella sua miseria. Quando in una comunitÖ si arriva a fare<br />

vergognare l’altro della sua povertÖ, Å il segno che il sacramento dell’Eucaristia<br />

ha perso ogni significato di comunione reale con il corpo di Cristo, non Å piá<br />

pensato come creazione e rafforzamento dell’unitÖ che si Å venuta a creare il<br />

giorno del battesimo, quando dallo Spirito Santo siamo stati fatti un solo corpo<br />

in Cristo Gesá, perchÇ siamo stati fatti suo corpo. Chi possiede una fede<br />

formata nel mistero dell’Eucaristia e la vive, costui immediatamente ritrova i<br />

suoi fratelli, perchÇ ritrova il suo corpo; chi invece non ha una fede formata nel<br />

mistero dell’Eucaristia, costui Å senza i fratelli, ma Å anche senza il suo corpo.<br />

ä senza Cristo, ed Å senza il corpo di Cristo. La sua vita viene vissuta nella piá<br />

squallida delle solitudini: la solitudine dalla veritÖ della fede, della morale, della<br />

spiritualitÖ, da quella reale comunione che Cristo Å venuto a creare tra gli<br />

uomini, chiamando ciascuno di loro ad essere suo corpo, sua vita, sua missione<br />

di salvezza nel mondo.<br />

Gesù consegnato, si consegna. Dall’Eucaristia dobbiamo apprendere che<br />

Gesá Å colui che si consegna, colui che si dona per la salvezza del mondo.<br />

Ricevere l’Eucaristia, fare comunione con Cristo Gesá ha lo stesso identico<br />

significato. Il cristiano in Lui deve divenire colui che si consegna a Dio, perchÇ<br />

la vera pace e l’armonia della salvezza discendano in questo mondo e lo<br />

avvolgano interamente. Se il cristiano Å colui che in Cristo si consegna per il<br />

mondo intero, deve essere necessariamente anche colui che consegna ai suoi<br />

fratelli bisognosi anche un po’ del suo pane e della sua acqua, un po’ di tutto cià<br />

di cui Å in possesso, perchÇ l’altro possa non solo vivere dignitosamente la sua<br />

vita su questa terra, quanto possa sperimentare l’amore che Dio ha per lui e lo<br />

sperimenta attraverso tutti coloro che Dio ha chiamati alla conversione e in<br />

Cristo li ha resi partecipi della sua divina natura, li ha resi strumenti nel mondo<br />

del suo amore, li ha voluti consegnati alla sua obbedienza perchÇ l’abbondanza<br />

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