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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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puà e deve essere cambiato non appena i tempi sono cambiati e un’altra<br />

mentalitÖ guida l’agire degli uomini, non solo in seno alla comunitÖ, ma nel<br />

mondo in cui la comunitÖ Å stata impiantata e chiamata e testimoniare Cristo e<br />

questi Crocifisso.<br />

Lo Spirito riconosce se stesso negli altri. ä, questa, un’altra regola che<br />

Paolo ci dona perchÇ nella comunitÖ possa regnare sempre l’ordine, la pace, la<br />

comunione, la comprensione, il sostegno, e soprattutto l’edificazione spirituale<br />

degli uni verso gli altri. Se uno Å veramente nello Spirito del Signore deve<br />

conoscere sempre e comunque lo Spirito che agisce negli altri. Chi non<br />

conosce lo Spirito che agisce negli altri, manifesta che in lui non abita, non<br />

dimora, non agisce lo Spirito del Signore. Non puà essere riconosciuto dalla<br />

comunitÖ come uomo dello Spirito di Dio, chi non riconosce lo Spirito che<br />

agisce per mezzo degli altri nella stessa comunitÖ. Questa regola Å essenziale<br />

per la comunitÖ. Essa ci consente di sapere sempre, in ogni momento, in chi<br />

dimora lo Spirito del Signore, chi agisce per mezzo dello Spirito del Signore da<br />

chi agisce da se stesso e opera per se stesso, senza alcun legame di grazia e<br />

di veritÖ con lo Spirito di Dio. Applicarla dona sicurezza, certezza di veritÖ, dona<br />

un discernimento infallibile, che ci preserva da ogni peccato di superbia per non<br />

aver voluto riconoscere lo Spirito del Signore che Å in azione in seno alla<br />

comunitÖ, per la sua edificazione spirituale.<br />

Aspirare alla profezia. Non impedire l’esercizio delle lingue.<br />

Decorosamente, con ordine. Un’ultima disposizione pratica, da osservare<br />

sempre Å questa: Paolo vuole che ognuno cerchi per sÇ quel dono che Å utile,<br />

sommamente utile all’edificazione della comunitÖ. Questo dono Å la profezia.<br />

Ognuno pertanto Å invitato ad aspirare alla profezia. Se tutti fossero profeti in<br />

seno alla comunitÖ, tutti conoscerebbero la volontÖ di Dio, tutti la potrebbero<br />

realizzare nella propria vita, tutti potrebbero aiutare gli altri a fare altrettanto. La<br />

comunitÖ ne riceverebbe un grande beneficio spirituale. Ogni dono, perà, che<br />

discende dall’alto, se Å vero dono dello Spirito, ha un suo intrinseco valore. ä<br />

un vero dono di grazia. Deve essere esercitato nella comunitÖ, deve essere<br />

messo a frutto. Lo si Å giÖ detto, nessuno puà impedire che un dono dello<br />

Spirito possa essere esercitato. L’esercizio non Å dall’uomo, Å solo dallo Spirito<br />

del Signore che ha dato il dono. Tuttavia, poichÇ ogni esercizio dei doni divini,<br />

deve essere di giovamento alla comunitÖ, Paolo ribadisce quanto giÖ detto:<br />

tutto si faccia con decoro, con armonia, con ordine, nella pace. PoichÇ questa<br />

norma viene dallo Spirito del Signore, chi non la riconosce come norma vera,<br />

necessaria, urgente, indispensabile per la vita della comunitÖ, costui sappia che<br />

non Å nello Spirito del Signore. Chi non riconosce come necessaria una norma<br />

che Å data per l’edificazione della comunitÖ non Å nello Spirito di Dio. Allo<br />

stesso modo colui che dona norme non necessarie, non giuste, non vere, non<br />

opportune, dona norme che portano turbamento nella comunitÖ, perchÇ non la<br />

edificano, anzi allontanano o ritardano la sua edificazione nella veritÖ e nella<br />

caritÖ, costui non Å nello Spirito del Signore. Con questi chiari ed essenziali<br />

principi di veritÖ e di fede veramente si puà edificare una comunitÖ nella pace, a<br />

condizione che ognuno voglia sottostare allo Spirito del Signore e agire<br />

secondo la sua ispirazione, la sua mozione.<br />

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