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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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sicuramente astenersi dal porla in essere. Sarebbe un motivo di interminabili<br />

discussioni e questo non si addice a chi vuole essere discepolo di Cristo Gesá.<br />

Potrebbe essere lecita e utile al contempo. Se non edifica, bisogna che<br />

neanche venga posta in essere e questo perchÇ sarebbe un vero e proprio<br />

scandalo nella comunitÖ fare qualcosa che non edifica. Se non edifica c’Å la<br />

certezza che l’anima del cristiano Å tornata lÖ dove era prima, immersa nelle<br />

tenebre e nella confusione veritativa della propria umana esistenza.<br />

Su questa regola si pecca; essa quasi mai viene osservata. Quando si agisce si<br />

pensa solo a se stessi; quasi mai ci si pone dinanzi agli altri e alla loro<br />

coscienza al fine di trovare quella via santa che Å ricerca della via migliore di<br />

tutte al fine di aiutare un nostro fratello a crescere nella fede.<br />

[24]Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui.<br />

Questo secondo versetto dona compiutezza a quanto Å stato detto<br />

precedentemente.<br />

Non Å sufficiente che una cosa sia lecita, utile, edificante perchÇ la si possa<br />

fare. Queste tre note dicono che si puà fare, ma non che si debba fare. Dicono<br />

che in se stessa la cosa Å buona e anche di fronte agli altri, non dicono<br />

necessariamente della sua bontÖ assoluta.<br />

Assolutamente buono Å cià che non Å soltanto utile per noi, ma anche per gli<br />

altri. Se c’Å una scelta da fare sull’utilitÖ nostra o per gli altri, bisogna scegliere<br />

l’utilitÖ degli altri e sacrificare la nostra.<br />

Questa regola sgorga dalla pienezza delle caritÖ che inonda il cuore di Paolo,<br />

ma prima ancora sgorga dalla pienezza di amore che ricolma il cuore di Cristo.<br />

Chi Å in veritÖ Cristo Gesá? ä Colui che non ha cercato l’utile proprio, ma quello<br />

del mondo intero e per questo si Å lasciato inchiodare sul patibolo della croce.<br />

Cristo Gesá era nel Cielo, viveva di comunione eterna nello Spirito Santo della<br />

vita del Padre. Per il nostro utile, per la nostra redenzione e salvezza egli<br />

discese dal Cielo, si fece carne nel seno della Vergine Maria, venne ad abitare<br />

tra noi, visse con noi, sopportando ogni sacrificio al fine di insegnarci la via che<br />

conduce al Padre.<br />

Prima di morire ci diede il suo corpo e il suo sangue come cibo e bevanda di<br />

vita eterna, memoriale del sacrificio della croce, che si compie nel tempo fino<br />

alla consumazione dei secoli.<br />

Questo Å l’utile nostro che Cristo volle giÖ quando era nel cielo, prima<br />

dell’Incarnazione; volle quando era sulla terra tra noi, pellegrino dell’Amore del<br />

Padre e della sua VeritÖ; volle dall’alto della croce quando versà il suo sangue<br />

per noi per darci la vita eterna; vuole oggi dal cielo dove Å assiso con il suo<br />

corpo glorioso alla destra del Padre e da dove esercita il suo sacerdozio di<br />

amore e di intercessione nei nostri confronti, perchÇ il nostro utile eterno abbia<br />

la sua piena, perfetta, divina realizzazione.<br />

Se il cristiano guarda dinanzi a sÇ e vede Cristo Gesá che nulla fa per se<br />

stesso, ma tutto opera per il nostro bene, c’Å qualcosa a cui il cristiano non<br />

debba rinunziare per amore dei fratelli, per cercare cià che Å buono per loro?<br />

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