PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

dell’Onnipotente Signore che Cristo diviene la veritÖ per l’uomo, l’unica veritÖ
che ormai dovrÖ guidare i suoi passi sulla via della giustizia e della caritÖ.
Se dal cuore del missionario di Cristo Gesá cade questa veritÖ e lui penserÖ
che bisogna passare attraverso vie piá umane perchÇ Cristo venga accolto, egli
vanificherÖ tutta la sua opera, lavorerÖ per il nulla. Non solo Cristo non viene
formato nei cuori, lo stesso missionario viene usato per quel che conviene alle
necessitÖ umane del mondo. Il missionario che svende Cristo e la sua Croce al
mondo si trova lui stesso venduto e svenduto dal mondo. Egli non ha piá alcuna
possibilitÖ di convertire qualche cuore. Per lui la missione Å finita.
Finisce sempre la missione per un apostolo del Signore quando smette di
predicare Cristo Crocifisso, pensando che altre vie siano piá consone all’uomo
e alla sua mentalitÖ.
Il missionario si deve ricordare che Cristo crocifisso Å l’assurdo per ogni cultura,
Å lo scandalo per ogni mente, Å l’insipienza per ogni cuore. Se lui lo predica,
Dio dall’alto concede la sua grazia, la sua benedizione e i cuori si aprono al suo
mistero, lo accolgono e vivono nel mondo crocifissi come il loro Maestro e
Signore.
Nasce cosâ la civiltÖ della croce, la civiltÖ dell’amore che si fa croce, ma si fa
croce secondo veritÖ e giustizia, secondo la volontÖ del Padre e non piá
secondo la volontÖ dell’uomo. Questa Å fede e non piá sapienza umana.
Dobbiamo lamentare che oggi Å avvenuto proprio il contrario: molti missionari
del Vangelo hanno abbandonato la fede e hanno pensato e pensano di poter
incidere in questo mondo servendo la logica e la sapienza del mondo.
Si va al mondo secondo la legge del mondo, non si va piá al mondo secondo la
legge di Dio e la legge di Dio Å una sola: Cristo crocifisso.
[25]Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che
è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Paolo afferma qui la straordinaria potenza della croce di Cristo Gesá.
Per il mondo Cristo Crocifisso Å la stoltezza di Dio, ed Å anche la debolezza di
Dio. Che Dio Å, un Dio che muore in croce? Che Dio Å, un Dio che si lascia
vincere dagli uomini? Dov’Å la sua onnipotenza, la sua forza, la sua
invincibilitÖ?
Se lui stesso Å un Dio Crocifisso, che sollievo, conforto, aiuto puà dare ai suoi
adoratori? Se lui Å stato cosâ insipiente da mettersi in croce, quale riuscita potrÖ
mai dare ai suoi seguaci se non la stessa sua insipienza e la sua stessa
debolezza? Chi lo adora certamente diventerÖ come Lui, sarÖ considerato un
nulla dall’umanitÖ.
Cosâ pensa la superbia degli uomini, i quali pretendono di valere, di essere
considerati, stimati, esaltati, osannati dal mondo intero. ä la convinzione di
coloro che per un briciolo di gloria mondana sono disposti a tutto, anche a
vendersi l’anima e l’onore che deriva dalla virtá provata. La croce spaventa
l’uomo carnale, superbo, arrogante, viziato, egoista, proteso solo alla
considerazione di se stesso, intento a curare la propria gloria e il proprio potere,
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