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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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cristiano che viva sempre in una piá grande santitÖ, che abolisca dalla sua vita<br />

il male. Il peccato, il vizio, l’imperfezione Å un impedimento che si crea tra lui e<br />

lo Spirito del Signore. Piá grande Å l’imperfezione, il peccato, il vizio, piá spesso<br />

Å il muro che separa il cristiano dallo Spirito, piá difficile diviene percepire la sua<br />

voce, ascoltare la sua mozione, seguire la sua ispirazione. Lui parla, ma l’uomo<br />

Å sordo; Å cieco per poter vedere dove deve dirigere i suoi passi; Å muto per<br />

poter parlare delle meraviglie che lo Spirito ha fatto intravedere alla sua mente;<br />

Å anche zoppo per compiere un qualsiasi passo sulla strada che il Signore gli<br />

ha indicato e a volte ha anche tracciato per lui. La santitÖ Å l’obbligo perenne<br />

del cristiano. Solo attraverso di essa si Å in comunione con lo Spirito del<br />

Signore. Chi non Å santo, o non vuole iniziare un vero cammino di santitÖ, vivrÖ<br />

sempre senza lo Spirito di Dio e cià che farÖ non servirÖ a Cristo, perchÇ non Å<br />

obbedienza a Dio, non Å cammino che Dio ha tracciato per lui, non Å saggezza<br />

e sapienza ispirata che manifesta quali sono le porte che il Signore ha aperto<br />

perchÇ vi si possa annunziare Cristo, facendolo nascere nei cuori.<br />

Aiutare gli altri, metterli a loro agio. Il cristianesimo Å amore. Non Å un amore<br />

come quello che c’Å nel mondo. ä un amore che sa privarsi della propria vita,<br />

offrendola al Signore, perchÇ ogni altro uomo possa raggiungere la salvezza.<br />

Quello del cristiano Å un amore che salva. Dovunque si vive una qualsiasi<br />

forma di amore che non conduce alla salvezza, esso non Å l’amore di Cristo in<br />

noi che riversiamo sul mondo, perchÇ possa ottenere la redenzione ed entrare<br />

nel mistero di Cristo, divenendone parte viva, essenziale, storica, eterna. Quello<br />

di Cristo in noi Å amore di salvezza che si esprime anche attraverso l’amore di<br />

comunione, rendendo cioÅ l’altro partecipe di noi e non solo di Cristo Gesá.<br />

Dobbiamo renderlo partecipe di noi, l’altro, perchÇ noi siamo corpo di Cristo<br />

Gesá. ä impossibile pensare di rendere l’altro parte di Cristo, senza farlo<br />

divenire parte di noi. Sarebbe questo l’assurdo cristiano; si renderebbe l’altro<br />

parte di un corpo, senza che realmente divenga parte del corpo, che siamo noi,<br />

perchÇ noi siamo il corpo di Cristo. La comunione deve essere spirituale, reale,<br />

per le cose del cielo e della terra. Non vi Å nessuna comunione spirituale che<br />

non sia allo stesso tempo reale e nessuna comunione reale che non debba<br />

trasformarsi in comunione spirituale. Anzi, la comunione delle cose di questa<br />

terra ha un solo scopo, un’unica finalitÖ: rendere l’altro partecipe dei doni<br />

spirituali, rendere l’altro partecipe del corpo del Signore Gesá. C’Å poi tutta una<br />

sensibilitÖ nella comunione secondo la quale dobbiamo sempre operare, agire,<br />

relazionarci con gli altri. Paolo ci suggerisce una di queste sensibilitÖ: mettere<br />

ogni altro a suo agio, quando viene a contatto con noi. Questo avviene, quando<br />

non gli facciamo sentire la nostra presenza, quando lui puà disporre<br />

liberamente di noi e delle nostre cose, con quella semplicitÖ di chi ama il<br />

Signore e sa che Cristo Gesá ci ha messo a nostro agio dinanzi al Padre,<br />

perchÇ ha preso su di sÇ le nostre infermitÖ, i nostri peccati e li ha tolti dal<br />

mondo. L’agio dell’altro Å piena libertÖ, disponibilitÖ di noi, della nostra persona<br />

e delle nostre cose, discrezione e attenzione da parte nostra, collaborazione,<br />

aiuto concreto, attenzione a che nulla gli venga a mancare, previggenza a che<br />

tutto gli venga offerto, senza che neanche lo chieda. ä questo un amore<br />

squisito che rivela in noi la presenza dello Spirito Santo. Solo chi Å inabitato<br />

dallo Spirito Santo ha questa forma squisita di amare, tutti gli altri hanno un<br />

amore che si stanca, che dura poca, un amore parziale, a volte inutile, perchÇ Å<br />

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