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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Cosâ deve dirsi della fede. Ogni cristiano Å chiamato a progredire fino a divenire<br />

un uomo adulto nella fede e si Å adulti quando si Å responsabili, ma soprattutto<br />

quando si Å capaci ogni giorno di crescere e di abbondare nel compimento della<br />

volontÖ di Dio.<br />

Qual Å in fondo il ragionamento che soggiace a questo paragone? La fede ha<br />

bisogno di sviluppo, di crescita, di maturazione. Non a caso Paolo usa tre<br />

termini che definiscono un bambino: parlare, pensare, ragionare.<br />

Qual Å la differenza tra un bambino e un adulto riguardo a queste tre cose? Il<br />

bambino non Å in grado di discernimento, di separare e di distinguere il<br />

necessario dall’utile, l’utile dal non utile, il non utile dal non necessario, il non<br />

necessario dal futile.<br />

Per il bambino tutto Å futile e tutto Å necessario nello stesso tempo. Se il<br />

cristiano rimane bambino nella fede egli Å incapace di discernere l’utile dal<br />

necessario e il necessario da cià che Å tipicamente strumentale.<br />

Se rimane bambino nella fede egli non riuscirÖ mai a discernere cià che Å<br />

l’essenza della fede, il suo fine e cià che Å solo un mezzo per raggiungere un<br />

fine. I Corinzi sono bambini nella fede perchÇ loro hanno fatto di cià che Å uno<br />

strumento l’essenza stessa della fede e dell’essenza della fede una cosa da<br />

nulla, una cosa senza importanza, anzi una cosa che non bisogna neanche<br />

prendere in considerazione.<br />

ä necessario che divengano adulti, ma per questo Å urgente che imparino a<br />

discernere, a sapere che la caritÖ Å l’anima di tutto, mentre i carismi sono degli<br />

strumenti che devono servire perchÇ la caritÖ diventi la natura stessa del<br />

cristiano, come lo Å diventata in Cristo sul legno della croce.<br />

Cià che i Corinzi devono abbandonare Å questa loro incapacitÖ nel<br />

discernimento tra cià che Å l’essenza della loro vita, per il raggiungimento del<br />

quale bisogna spendere l’intera esistenza, e cià che Å solo uno strumento che<br />

non richiede il dono della nostra vita, anzi. Esso stesso Å a servizio della nostra<br />

vita, per divenire perfetti nella caritÖ.<br />

Abbandonare questa forma di pensare che Å tipica dei principianti nella fede,<br />

dei bambini cioÅ, Å il segno che si Å fatto un passaggio e si Å diventati adulti<br />

nella fede. FinchÇ perà i Corinzi penseranno ai doni dello Spirito Santo e<br />

dimenticheranno che l’essenza della loro vita Å la caritÖ, essi rimarranno<br />

sempre bambini nella fede, mai faranno il passaggio allo stadio di adulti, di<br />

persone capaci di discernimento, persone che sanno assumersi la loro<br />

responsabilitÖ e divenire incisivi nella storia in ordine alla sua conversione e al<br />

suo ritorno al Signore della gloria.<br />

Il cristiano Å chiamato ad abbandonare tutto, tutto cià che non serve alla sua<br />

crescita nella caritÖ. Ogni giorno egli deve chiedersi cosa serve e cosa non<br />

serve alla sua crescita nell’amore. Cià che non serve lo abbandona, cià che<br />

serve lo assume; cià che lo aiuta a maturare nell’amore lo fa suo, cià che<br />

invece lo allontana dall’amore deve necessariamente abbandonarlo, se vuole<br />

raggiungere la perfezione alla quale Å chiamato da Cristo Signore.<br />

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