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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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I principi tratti dalla prima Lettera ai Corinzi altro scopo non hanno se non quello<br />

di farci camminare insieme verso il regno eterno di Dio, al fine di entrare nel<br />

Paradiso, che il Signore ha preparato per i suoi Angeli fedeli e per ogni uomo<br />

che si lascia riconciliare con Lui in Cristo Gesá e fa poi nella storia un tragitto<br />

fino alla completa configurazione a Lui morto, risorto, asceso al Cielo.<br />

1° PRINCIPIO: UNITÀ E UNANIMITÀ NEL PARLARE<br />

Una Å la veritÖ, una la grazia, uno Å Dio Salvatore, uno Å Cristo Gesá<br />

Redentore, uno Å lo Spirito Santificatore, una Å la comunitÖ dei credenti, una Å<br />

la Chiesa universale, una Å la Parola di Dio, la Rivããazione, il Vangelo, la lieta<br />

novella. Questa unitÖããããããããovarsi alla fine, dopo che tutti hanno parlato;<br />

deve trovarsi all’inizio, prima che tutti annunziano; deve trovarsi durante ogni<br />

discorso, mentre tutti proclamano.<br />

La forza della Chiesa non Å stata nel mistero che Å uno. L’unitÖ del mistero Å un<br />

fatto essenziale, indipendente dalla volontÖ dell’uomo. L’uomo, chiunque esso<br />

sia, non crea il mistero, non lo definisce, non lo stabilisce. Il mistero sta per se<br />

stesso. La forza della Chiesa sta nella sua capacitÖ di Spirito Santo di far sâ che<br />

ognuno parli del mistero e che alla fine, in ogni parola si ritrovi sempre l’unico e<br />

medesimo mistero, l’unica e medesima veritÖ, l’unico e lo stesso dono di grazia<br />

e di salvezza.<br />

Paolo chiede, domanda, esige che nella ComunitÖ di Corinto via sia l’unitÖ e<br />

l’unanimitÖ nel parlare, si annunzi cioÅ l’unica fede coralmente, senza nulla<br />

aggiungere e nulla togliere, senza interpretazioni arbitrarie e senza<br />

comprensioni che in qualche modo vanifichino l’opera di Cristo Gesá.<br />

Quanto detto per la comunitÖ di Corinto vale per ogni altra comunitÖ, per ogni<br />

altro luogo, per ogni altro tempo. ä questo un principio che mai tramonta e dal<br />

quale dipende la salvezza del mondo. C’Å una fedeltÖ che non puà essere di<br />

uno solo. La fedeltÖ deve essere della Chiesa, deve essere della comunitÖ; Å<br />

della Chiesa e della comunitÖ, se ogni membro che la compone decide nel suo<br />

cuore, e per questo si adopera con ogni mezzo, a far sâ che la sua voce sia in<br />

tutto uguale alle altre voci che annunziano Gesá Cristo; che la sua Parola sia<br />

l’unica Parola che la Chiesa ha annunziato, annunzia, annunzierÖ fino alla<br />

consumazione del tempo e dei secoli.<br />

La debolezza cristiana Å la frammentazione delle voci, delle opinioni, delle<br />

dicerie, delle falsitÖ, delle menzogne, e anche delle false testimonianze che si<br />

rendono al mistero della salvezza, alla Parola, al Vangelo.<br />

La debolezza di oggi, che significa non incidenza nella storia degli uomini, Å la<br />

diversitÖ del linguaggio, che Å frutto di una diversitÖ nel concepire la veritÖ<br />

rivelata; Å anche frutto di un differente approccio al mistero, fatto non secondo<br />

veritÖ, ma secondo falsitÖ; non nella luce, ma nelle tenebre; non nella Parola di<br />

Dio, ma in quella della tentazione.<br />

Il mondo, ascoltando i cristiani che dicono ognuno la loro veritÖ, ognuno la loro<br />

morale, ognuno la loro concezione dell’uomo e della vita, ognuno che parla per<br />

se stesso, senza alcun riferimento alla Chiesa, altro non puà fare se non<br />

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