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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Il peccato Å dentro ed Å fuori della comunitÖ. Il peccato Å peccato, che si<br />

manifesti contro di noi, o contro gli altri, Å sempre un peccato da espiare; che<br />

sia contro Dio o contro gli uomini, Å ancora un peccato da espiare.<br />

Siamo noi capaci di espiare i peccati dell’umanitÖ, compresi quelli che ancora si<br />

commettono nel corpo di Cristo attraverso i membri che sono gli stessi figli della<br />

Chiesa, che sono i cristiani che assieme a noi camminano e seguono Cristo<br />

Gesá?<br />

La caritÖ Å paziente se Å capace di farsi una cosa sola con l’altro, di assumere<br />

l’altro cosâ come esso Å, nel suo peccato, nella sua miseria, nella sua volontÖ di<br />

toglierci di mezzo, di rinnegarci, di venderci, di crocifiggerci perchÇ siamo di<br />

Cristo Gesá, al fine di espiare questo suo peccato e ottenere da Dio il perdono<br />

e la remissione della colpa.<br />

In fondo, la pazienza Å questa, essenzialmente. Poi diviene condivisione della<br />

vita degli altri che spesso Å vita di sofferenza, di malattia, di dolore, di stoltezza,<br />

di insipienza, di fragilitÖ, di quell’umanitÖ che manifesta i suoi limiti e che sono<br />

limiti che noi dobbiamo assumere per portarli assieme all’altro, mostrando<br />

all’altro, tutto l’amore di Cristo Gesá.<br />

Cristo Gesá si fece tutto a tutti per salvare ogni uomo; si fece tutto in tutti per<br />

condurre tutti alla salvezza e alla redenzione. Questa Å stata la pazienza di<br />

Cristo Gesá.<br />

Dicendo, Paolo, che la caritÖ Å paziente ci vuole dire una cosa sola: dal nostro<br />

rapporto che noi abbiamo con il male, con la debolezza, con la malattia, con<br />

ogni genere di sofferenza dell’altro, anche con le idee e i pensieri, ci<br />

accorgiamo se siamo nella caritÖ di Cristo oppure siamo molto distanti. ä certo,<br />

perà, che il paziente ha la forza di sopportare ogni cosa, compresa la sua morte<br />

fisica, oltre ogni altra sofferenza di ordine spirituale, al fine di portare l’altro nella<br />

salvezza, di condurlo a Dio, di consegnarlo a Cristo, perchÇ lo immerga nel suo<br />

sangue e lo redima.<br />

La caritÖ non Å solo paziente, Å anche benigna. La benignitÖ Å virtá<br />

sommamente necessaria al cristiano. Per essa egli trova sempre una ragione<br />

per amare l’altro, per fare del bene all’altro, per non escluderlo dal suo amore.<br />

Come la pazienza ci rende ad immagine di Cristo Gesá, il Crocifisso per amore,<br />

la benignitÖ ci costituisce ad immagine del Padre dei cieli, il quale ha una<br />

ragione fondamentale per amare l’uomo, anche dopo il peccato e nonostante il<br />

peccato.<br />

La ragione per amare l’uomo Å quella di poterlo salvare e redimere. Cosâ deve<br />

essere detto per il cristiano. Egli deve trovare sempre una ragione per riversare<br />

il suo amore nell’altro, chiunque esso sia. Il cristiano vive sulla terra per portare<br />

salvezza in questo mondo. Chi deve essere salvato Å proprio colui che Å<br />

peccatore, che vive lontano da Dio, che Å suo nemico, che vuole il suo male.<br />

La caritÖ Å benigna perchÇ vuole solo l’amore dell’altro, nonostante tutto,<br />

nonostante la nostra crocifissione, la nostra morte violenta. Cristo Gesá non<br />

solo Å paziente sulla croce, Å anche benigno. Egli trova una ragione per<br />

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