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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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debole, fragile, dipendente dagli altri in tutto, come potrÖ essere forte nel<br />

proferire una sentenza che lo pone in disaccordo con gli altri o lo allontana dalla<br />

loro amicizia?<br />

Mai costui potrÖ proferire un giudizio secondo veritÖ, perchÇ manca in lui quella<br />

fortezza e quella libertÖ dagli altri, da scegliere Dio e la sua veritÖ, compresa la<br />

veritÖ storica, anche a costo della sua vita.<br />

Se chi ha autoritÖ nella comunitÖ non sa distinguere chi Å saggio da chi non Å<br />

saggio, egli stesso non sarÖ mai capace di operare la giustizia, perchÇ neanche<br />

in lui abita lo Spirito del Signore che lo guida di saggezza in saggezza e di<br />

veritÖ in veritÖ.<br />

I guai nella comunitÖ sono guai di non santitÖ, quindi di non saggezza. Chi non<br />

Å saggio non sa chi Å il saggio e chi Å saggio non puà proporsi. Allora occorre<br />

che chi viene posto a capo di una comunitÖ sia trovato saggio. Ma chi puà<br />

avere la certezza che sia saggio colui che viene posto a capo della comunitÖ se<br />

la sua saggezza mai viene sperimentata o provata?<br />

Rimane perà il fatto che la saggezza Å necessaria alla comunitÖ e che chi Å<br />

preposto alla guida della comunitÖ deve sapere chi Å saggio da chi non lo Å.<br />

Questa scienza Å necessaria al buon esercizio della sua autoritÖ. Chi<br />

garantisce per la saggezza di un altro, sappia perà che si assume tutte le<br />

responsabilitÖ che derivano dalla sua garanzia. Egli Å responsabile dinanzi a<br />

Dio di tutti gli errori di stoltezza che la sua garanzia ha potuto generare. Non si<br />

puà agire senza ponderazione e con superficialitÖ. Dinanzi a Dio ognuno Å<br />

responsabile di ogni sua azione e quindi anche di ogni garanzia che dona circa<br />

gli altri.<br />

La saggezza degli altri inizia anche dalla nostra e principalmente dalla nostra.<br />

Se noi siamo saggi, aiuteremo il mondo ad essere saggio, santo, giusto, vero.<br />

[6]No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per di più<br />

davanti a infedeli!<br />

In questo versetto ci sono due veritÖ da porre in evidenza.<br />

La prima vuole che tra cristiani non ci siano contrasti, non sorgano questioni di<br />

nessun genere.<br />

Questo puà avvenire solo se c’Å quella crescita nostra nella santitÖ che Å<br />

perfetta configurazione a Cristo Gesá, il quale Å venuto per dare la vita in<br />

riscatto per tutti.<br />

Se il cristiano Å anche lui in Cristo chiamato a dare la vita in riscatto, non si<br />

comprende come non possa dare tutto il resto. Chi dÖ il piá deve sempre<br />

essere disposto a dare il meno, altrimenti manca in lui anche la volontÖ a dare il<br />

piá. Ma se non Å nella volontÖ di dare il piá, la sua condizione come cristiano Å<br />

veramente miserevole, poichÇ risulterebbe un cristiano senza la vocazione<br />

cristiana, che Å quella di dare la vita a Cristo per la redenzione del mondo.<br />

Sul fatto della vocazione cristiana bisogna sempre che vi si rifletta. Oggi il<br />

cristiano ha perso di vista qual Å la sua vocazione, non la conosce, la ignora<br />

completamente. Tutto si riduce per lui all’osservanza di qualche regola morale<br />

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