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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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per noi, per noi non inteso alla maniera di singolaritÖ, della persona singola, ma<br />

di tutti messi insieme.<br />

Ognuno dal carisma degli altri deve attingere tutta la grazia e la veritÖ, ogni<br />

dono di santitÖ in esso racchiuso, affinchÇ il suo particolare carisma possa<br />

crescere e aumentare in veritÖ, in santitÖ, in perfezione di Spirito Santo.<br />

Su questo dobbiamo essere molto attenti, non per gli altri, ma per noi stessi. Da<br />

questo principio enunciato da Paolo nasce per ogni cristiano un problema serio<br />

di coscienza. Se il carisma dell’altro Å per la mia utilitÖ, posso io trascurare di<br />

conoscerlo, di comprenderlo nella sua essenza, di servirmene se esso mi Å<br />

necessario perchÇ possa vivere secondo veritÖ il carisma che il Signore mi ha<br />

dato?<br />

Ignorare il carisma dell’altro, non servirsene, non volere che questo carisma<br />

prosperi e porti frutti abbondanti Å un peccato che si riversa tutto su di me,<br />

poichÇ mi impedisce di dare il significato vero al mio carisma e di offrirgli tutti<br />

quegli aiuti spirituali e materiali che sono indispensabili perchÇ se ne nutra,<br />

cresca e produca frutti abbondanti di vita eterna.<br />

Se il carisma dell’altro Å l’alimento del mio, privandomene, perchÇ non voglio<br />

riconoscere quanto Dio ha fatto per l’altro, nell’altro e con l’altro, non mi privo io<br />

stesso del nutrimento che devo offrire al mio carisma perchÇ possa esercitare<br />

cià che per cui il Signore me lo ha dato?<br />

Considerato in questa prospettiva di fede il carisma dell’altro, nasce per me<br />

l’obbligo di conoscerlo nei suoi piá piccoli particolari, perchÇ me ne possa<br />

servire come nutrimento per il mio, perchÇ il mio possa svolgere il ministero e<br />

compiere l’opera che il Signore mi ha affidato.<br />

L’ignoranza del carisma dell’altro e soprattutto il rifiuto per motivi di cattiva<br />

coscienza del carisma altrui, mi pone in un serio pericolo di fallire la mia<br />

vocazione, il mio ministero, il mio carisma. Nell’ignoranza, nel rifiuto privo il mio<br />

carisma di un solido nutrimento che proviene e nasce dal carisma che il Signore<br />

mi ha posto accanto come sostegno, nutrimento, alimentazione nella santitÖ e<br />

nella veritÖ e questo vale per tutti i giorni della mia vita.<br />

[8]a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un<br />

altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza;<br />

In questi versetti Paolo enumera solo alcuni dei carismi particolari; li enumera a<br />

modo di esempio. Enumera quelli piá evidenti nella vita di una comunitÖ.<br />

Che differenza c’Å tra il linguaggio della sapienza e il linguaggio della scienza?<br />

Ma c’Å differenza? La sapienza Å il primo dono dello Spirito Santo. Per essa<br />

gustiamo le cose di Dio, ne comprendiamo il loro valore, sappiamo il loro peso,<br />

conosciamo la loro misura. Tutto sappiamo di Dio e della sua veritÖ.<br />

Attraverso il linguaggio della sapienza l’uomo a poco a poco si libera dalla terra<br />

ed entra in perenne contemplazione con il cielo. La sua conversazione Å nel<br />

cielo, perchÇ Å nella veritÖ di Dio.<br />

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