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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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icostituirli di nuovo. Occorrerebbe per loro una vera nuova creazione, un<br />

iniziare daccapo. Ma questo Å impossibile.<br />

Per loro le carni offerte agli idoli Å come se realmente fossero state offerte. Per<br />

loro questo Å un peccato dettato non dalla realtÖ che Å inesistente, ma dalla<br />

coscienza che condanna loro un simile atto.<br />

Paolo parla qui di coscienza debole che resta contaminata. Se fosse per loro<br />

mai compirebbero un tale atto; ma sono portati e quasi condotti a farlo da coloro<br />

che possiedono la scienza. Loro perà non hanno questa scienza nella loro<br />

coscienza e restano contaminati.<br />

La contaminazione avviene a causa della non libertÖ della loro coscienza, a<br />

motivo del cattivo esempio e della costrizione morale, scientifica, che viene fatta<br />

loro. Si dice loro che gli idoli non esistono e che possono mangiare la carne<br />

immolata loro. Costoro non hanno questa scienza, loro sono convinti del<br />

contrario. ä questa convinzione di coscienza che li contamina; loro agiscono<br />

contro la propria coscienza.<br />

La coscienza dell’altro va rispettata. FinchÇ non Å pienamente formata nella<br />

veritÖ non puà essere costretta ad agire in modo difforme. La scienza dell’uno<br />

non puà essere addotta come principio di veritÖ per la coscienza dell’altro.<br />

Bisogna allora che si dia tutto il tempo necessario perchÇ la scienza degli uni,<br />

che Å vera, diventi anche scienza degli altri. FinchÇ questo processo di<br />

formazione non sarÖ compiuto, occorre che la scienza ceda il posto alla<br />

coscienza.<br />

Questa Å la regola morale che Paolo detta ai Corinzi e che Å valevole per ogni<br />

tempo, ogni persona, ogni comunitÖ, ogni cultura, ogni civiltÖ.<br />

[8]Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne<br />

mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne<br />

abbiamo un vantaggio.<br />

Altro problema suscitato da Paolo e che merita attenta considerazione.<br />

Puà la coscienza del debole essere contaminata a motivo di un alimento<br />

qualsiasi?<br />

Che cosa Å un alimento? Niente di niente. Spiritualmente parlando Å il nulla<br />

assoluto.<br />

ä possibile che il nulla assoluto divenga motivo di peccato per un altro?<br />

Bisogna essere veramente stolti ed insipienti per fare di un nulla una cosa cosâ<br />

seria e cosâ grave da indurre la coscienza dell’altro al peccato.<br />

Il nulla Å nulla e basta. Come tale deve essere considerato. Se c’Å, Å un nulla;<br />

se non c’Å, resta sempre un nulla. Dal nulla non posso aver alcun vantaggio<br />

spirituale. Se mi privo non perdo niente e anche se non me ne privo non ho<br />

alcun guadagno spirituale.<br />

Non mi avvantaggio se ne uso, non ne ricevo svantaggio se me ne privo.<br />

Questa Å la veritÖ sul nulla spirituale.<br />

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