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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Il corpo di Cristo vive per la santitÖ di ognuno dei suoi membri, non vive per la<br />

grandezza o l’importanza, o l’appariscenza dei loro carismi. La santitÖ non Å piá<br />

importante e meno importante; la santitÖ Å il compimento della volontÖ di Dio.<br />

La volontÖ di Dio non Å un atto arbitrario del Signore, Å un atto di sapienza, di<br />

intelligenza, di eterna saggezza.<br />

Dio, nell’eterna sua saggezza ha visto cosa Å necessario in un tempo e in una<br />

storia al corpo di Cristo, l’ha visto e l’ha progettato, l’ha realizzato, creando noi.<br />

Dio ci ha creati con finalitÖ ben precisa, con decisione eterna, con disegno<br />

divino che non Å frutto in lui di circostanze o di convenienze e neanche frutto di<br />

un suo cieco arbitrio.<br />

Se uno pensasse questo - oltre ad essere indegno del nostro Dio, il quale tutto<br />

fa con sapienza e amore - sarebbe anche indegno del cristiano, il quale mai<br />

deve pensare cose non sapienti e non giuste in Dio, essendo il nostro Dio<br />

somma sapienza ed eterna intelligenza e saggezza.<br />

Se Dio ci ha creati per un fine, Å nello svolgimento e nella realizzazione di esso<br />

che il corpo di Cristo riceve tutta quella energia necessaria per essere<br />

strumento o sacramento di santitÖ, di veritÖ, di giustizia e di misericordia nel<br />

mondo. Chi non ha questa fede non potrÖ mai operare nel corpo di Cristo. Non<br />

puà, perchÇ esce dal disegno eterno secondo il quale egli Å stato creato, esce<br />

dall’obbedienza a Dio e alla sua volontÖ e si incammina per sentieri di superbia<br />

e di vanagloria. Su questi sentieri non si aiuta il corpo di Cristo a sviluppare<br />

tutta la potenza di santitÖ necessaria per la conversione dei cuori e la salvezza<br />

delle anime.<br />

[25]perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra<br />

avessero cura le une delle altre.<br />

Paolo ci ha giÖ parlato della legge della comunione che regna nell’unico corpo<br />

del Signore Gesá. Ora la esprime sotto altra immagine, sotto la figura della<br />

disunione e della cura. Dio ha fatto sâ che il corpo fosse mirabilmente unito,<br />

tanto unito da costituire una unitÖ di operazione.<br />

L’operazione Å il risultato delle molteplici azioni che vengono poste in essere<br />

dalle diverse membra. L’azione del corpo non Å quella prodotta da un solo<br />

membro, Å invece la risultante delle infinite azioni, visibili e invisibili,<br />

appariscenti e nascoste, che continuamente vengono poste in essere.<br />

In questa unica azione, frutto e risultato di infinite azioni, ogni membro del corpo<br />

di Cristo deve vedersi, comprendersi, ma anche agire.<br />

PerchÇ questo possa succedere, perchÇ il corpo possa agire bene, nel pieno<br />

compimento della volontÖ del Signore, nell’obbedienza al suo disegno di<br />

salvezza, Dio ha anche predisposto che ogni membro fosse di aiuto e di<br />

sostegno all’altro. Nessuno puà svolgere da solo il suo ministero, nessuno puà<br />

separarsi dall’altro. Ognuno Å necessario all’altro, indispensabile perchÇ l’altro<br />

possa compiere cià che il Signore ha predisposto per lui.<br />

C’Å una cura che ogni membro deve avere verso l’altro membro, richiesta sia<br />

dall’unica azione che il corpo deve compiere e che non puà compiere se un<br />

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