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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Altra rinuncia che Paolo si Å imposta, quella di predicare il Vangelo senza<br />

usufruire del diritto che gli conferiva il Vangelo.<br />

La predicazione del Vangelo Å un lavoro, un duro lavoro che merita un salario<br />

terreno, cioÅ il sostentamento materiale di colui che annunzia la Parola di Gesá.<br />

Paolo ha rinunziato a questo diritto. Egli vuole separare Vangelo e sue<br />

esigenze personali. Il Vangelo deve essere per lui predicato nella assoluta<br />

libertÖ dal salario che uno giustamente potrebbe anche ricevere. Salario per lui<br />

Å ricevere dagli altri solo il necessario per vivere, l’indispensabile.<br />

Paolo ha rinunciato al necessario e all’indispensabile, preferendo lavorare con<br />

le sue mani al fine di guadagnarsi quel poco che gli serviva per vivere e quanto<br />

gli serviva ogni giorno, affidando il domani alla provvidenza di Dio che sa come<br />

provvedere al sostentamento dei suoi strumenti umani dediti interamente alla<br />

predicazione della Parola di Gesá.<br />

ä questa una scelta che Paolo ritiene sia assolutamente necessaria al fine di<br />

evitare che qualcuno possa anche solo immaginare che ci sia un qualche<br />

interesse terreno da parte del missionario nello svolgimento della sua missione.<br />

Il Vangelo non puà subire alcuna prova in tal senso; esso deve sempre regnare<br />

ed essere manifestato nella sua bellezza piá pura e piá santa. Per questo<br />

motivo, perchÇ sia sempre credibile per se stesso, Paolo separa<br />

categoricamente predicazione e sostentamento della propria vita. Tutto il<br />

mondo deve sapere che lui predica e lavora, predica il Vangelo, lavora per<br />

procurarsi il cibo necessario, quello di questo giorno.<br />

ä questa una regola santa sempre da osservare nella Chiesa di Dio, per non<br />

esporre la veritÖ di Dio alla calunnia o alla maldicenza di cuori cattivi che<br />

sempre meditano il male e giudicano i missionari del Vangelo della salvezza.<br />

Questa perà Å una legge che non si puà imporre; ognuno personalmente la<br />

deve scegliere per se stesso e presentarsi agli altri come modello ed esempio<br />

di libertÖ e di povertÖ in spirito, modello ed esempio di totale dedizione alla<br />

causa della predicazione, modello ed esempio di come ci si possa dedicare<br />

totalmente al Vangelo senza essere di peso ad alcuno. Anche questo Å amore<br />

per il Vangelo, perchÇ Å renderlo credibile per se stesso.<br />

Nella gratuitÖ e nella libertÖ, nella povertÖ in spirito, nella semplicitÖ del cuore e<br />

dei sentimenti il Vangelo brilla dinanzi ad ogni uomo in tutta la sua bellezza<br />

divina. Chi vuole lo puà accogliere. Quando il dono Å divino e celeste e chi lo<br />

offre non ha alcun interesse, anzi si sottopone ad ogni genere di sacrifici e di<br />

rinunzie, Å giÖ un segno della veritÖ, un segno dell’autenticitÖ, un segno della<br />

stessa soprannaturalitÖ. Solo per forza divina si puà vivere cosâ in questo<br />

mondo e solo Dio puà dare la forza di vivere totalmente poveri e liberi per<br />

essere efficaci nella testimonianza del suo messaggio di salvezza.<br />

In Paolo perà non Å solo questa la forza spirituale e morale che caratterizza il<br />

suo metodo pastorale. Ci sono altre qualitÖ che egli mette in evidenza, rivela ai<br />

Corinzi perchÇ veramente imparino da lui come ci si comporta nella Chiesa di<br />

Dio.<br />

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