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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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non puà servirsi per la salvezza dell’umanitÖ se non dei deboli, degli stolti, dei<br />

miseri e di quelli che non contano.<br />

La ragione Å una sola: in ogni momento dell’opera del missionario del Vangelo<br />

deve apparire che chi agisce Å il Signore e non l’uomo. ä il Signore che dona<br />

sapienza, veritÖ, libertÖ, potenza contro il male. ä il Signore che deve sempre<br />

apparire e manifestarsi come l’Autore di tutto.<br />

Per questo Å necessario che, se forte, uno diventi debole e, se sapiente, si<br />

faccia stolto, perchÇ attraverso di lui si manifesti la forza di Dio e si riveli la sua<br />

sapienza di veritÖ e di luce eterna.<br />

[28]Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è<br />

nulla per ridurre a nulla le cose che sono,<br />

ä lo stesso argomentare del versetto precedente, ma sotto un altro aspetto.<br />

Mentre prima ha parlato di una stoltezza e debolezza che sono per cosâ dire<br />

connaturali all’uomo a causa delle quali gli uomini che sono tali neanche<br />

vengono presi in considerazione; ora Paolo aggiunge qualcosa in piá in fatto di<br />

umiltÖ e di debolezza.<br />

Interviene qui un fatto umano che non Å piá naturale, ma Å della volontÖ<br />

dell’uomo, il quale non solo si sente forte, potente, sapiente, intelligente, dotto,<br />

capace, quanto si serve di tutto cià che lui Å e possiede per annientare gli altri,<br />

disprezzandoli, e per ridurli al nulla.<br />

C’Å in questa affermazione di Paolo tutta la superbia dell’uomo che non tollera<br />

che qualcuno possa fargli ombra e con arte, intelligenza umana e con ogni altra<br />

astuzia, con soprusi, angherie di vario genere si adopera perchÇ l’altro non solo<br />

non sia, ma neanche possa essere, qualora lo volesse e per questo lo<br />

disprezza e lo riduce a nulla. Nell’uomo esiste questa volontÖ di distruzione<br />

dell’altro, questa cattiveria del cuore e della mente che fa male, tanto male,<br />

perchÇ priva l’uomo della sua dignitÖ di essere in tutto uguale all’altro, carne e<br />

sangue come lui, anima e corpo come lui, dotato di libertÖ e di dignitÖ come lui.<br />

Dove l’uomo opera per la distruzione e per l’annientamento dell’altro, Å proprio<br />

lâ che il Signore interviene, afferra un uomo, lo alza dalla polvere e lo costituisce<br />

strumento della sua sapienza e della sua forza.<br />

Dove l’uomo pensa di distruggere, il Signore innalza; dove l’uomo vuole<br />

annientare, Dio eleva; dove l’uomo considera l’altro un essere inutile, vano,<br />

perchÇ tale lui lo ha dichiarato, anzi tale lo ha fatto, lâ interviene il Signore e<br />

costituisce costui suo servo per manifestare al mondo la sua grandezza.<br />

PerchÇ il Signore fa tutto questo? PerchÇ appaia con chiarezza all’uomo<br />

superbo, arrogante, potente, sapiente e nobile, perchÇ tale pensa di essere,<br />

che solo Dio puà fare cià che un tale uomo fa. Deve crederlo perchÇ quell’uomo<br />

Å stato da lui disprezzato, ridotto a nulla, annientato nella sua umanitÖ, confuso<br />

nella sua dignitÖ umana, reso una persona insignificante nella societÖ.<br />

Se proprio cià che Å insignificante opera le meraviglie di Dio, allora non Å<br />

l’essere insignificante che le compie, ma Å Dio che le compie attraverso di lui.<br />

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