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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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[12]Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di<br />

averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità.<br />

I linguaggi degli uomini sono molti; anche i linguaggi dello Spirito sono molti. I<br />

linguaggi dello Spirito sono i suoi doni.<br />

Piá doni si possiedono e piá si entra in comunione con Dio e con i fratelli. Ogni<br />

discepolo di Gesá puà chiedere al Signore tanti doni, diversi doni. Se li chiede<br />

perà deve avere un solo intento: quello di edificare la comunitÖ; quello cioÅ di<br />

farla crescere nella fede, nella speranza, nella caritÖ; quello di aiutarla e<br />

sostenerla nel suo cammino verso il raggiungimento del regno dei cieli.<br />

Paolo ancora una volta ribadisce il principio che deve sempre regolare la vita e<br />

l’esercizio dei doni dello Spirito Santo in seno alla comunitÖ. Ogni dono Å dato<br />

per l’utilitÖ comune, ogni dono Å dato per l’edificazione della comunitÖ.<br />

Ogni dono puà essere chiesto, anzi, piá doni possono essere chiesti al Signore,<br />

ma mai per un beneficio personale, bensâ per l’edificazione dell’intera comunitÖ.<br />

Si chiedono i doni non per se stessi, ma per gli altri, per la loro crescita<br />

armoniosa e santa davanti a Dio e agli uomini.<br />

Su questo ormai penso che non bisogna piá intervenire. Il principio Å stato<br />

annunziato sotto ogni forma e con ogni spiegazione e confronto.<br />

La finalitÖ del dono Å una sola; secondo questa finalitÖ bisogna anche<br />

chiederlo; secondo questa finalitÖ viverlo.<br />

Quello che qui viene espresso con chiarezza e anche in una forma nuova Å la<br />

possibilitÖ che un solo cristiano possa ricevere contemporaneamente piá doni,<br />

non solo puà riceverli, puà anche chiederli, se reputa necessario averli per una<br />

piá grande crescita della comunitÖ nella vita secondo lo Spirito.<br />

[13]Perciò chi parla con il dono delle lingue, preghi di poterle interpretare.<br />

Il dono delle lingue da solo non serve alla comunitÖ; da solo Å anche inutile per<br />

rapporto alla comunitÖ.<br />

Chi chiede il dono delle lingue, deve chiedere al Signore anche il dono di<br />

poterle interpretare. Cosâ il dono delle lingue deve essere sempre abbinato alla<br />

sua interpretazione, anch’essa dono dello Spirito.<br />

Altrimenti avremmo un dono di Dio, ma senza poter compiere cià per cui il dono<br />

di Dio viene dato. Viene dato sempre per l’utilitÖ comune.<br />

PoichÇ nel dono delle lingue l’utilitÖ immediata riguarda la persona che lo ha<br />

ricevuto, per Paolo questo non Å sufficiente per poterlo esercitare; si esercita<br />

per la comunitÖ, per esercitarlo bisogna che il Signore conceda anche l’altro<br />

dono, quello cioÅ della sua interpretazione.<br />

E cosâ dono e interpretazione del dono devono per il discepolo di Gesá<br />

costituire un unico dono che lo Spirito deve riversare nel suo cuore.<br />

Per Paolo possiamo dire che c’Å un solo dono: quello di parlare in lingue, con<br />

tutto cià che esso comporta, insieme alla capacitÖ di saperle interpretare. E cosâ<br />

vi Å un solo dono, non due, parlare e interpretare. Se si parla e non si interpreta<br />

il dono viene esposto a nullitÖ quanto a frutti prodotti.<br />

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