PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

dalla sua veritÖ, dalla sua Parola. Quando il mistero e la vita di Cristo non Å nel
cuore di ogni membro della comunitÖ, questa inesorabilmente si smarrisce,
cade nel peccato, viene fuorviata dall’ignoranza, cade nella lacerazione di se
stessa. In questo caso non bastano le esortazioni morali, le prediche esortative,
gli incitamenti a cambiare vita. Occorre una solida formazione cristologica; urge
che venga presentata ad essa il cuore del mistero di Cristo Gesá. ä Cristo il
principio di unitÖ della comunitÖ; Å con il ritorno in Cristo che la comunitÖ si
riunifica. La divisione dice e rivela uscita dell’uomo dal corpo di Cristo. L’unitÖ
raggiunta rivela che l’uomo Å entrato nel corpo di Cristo e in esso vive
attingendo la linfa vitale della vita che Å la grazia dello stesso Signore Gesá
Cristo.
Il Cristo Crocifisso. Per Paolo non ci sono alternative. Nessuno puà creare la
comunione e l’unitÖ all’interno della comunitÖ, se non considera seriamente la
possibilitÖ di essere anche lui crocifisso in Cristo Gesá. La crocifissione perà
non deve essere vista come un esercizio ascetico, di una rinunzia volontaria da
parte dell’uomo a questo o a quell’altro privilegio, a questo o a quell’altro dono
dello Spirito Santo, a vivere in un modo, anzichÇ in un altro. Se fosse questa la
legge della crocifissione, potremmo ritenere che in qualche modo la si possa
anche raggiungere. In fondo qualche rinunzia non costa poi tanto. Invece non Å
questa la via della crocifissione. La via della crocifissione Å l’obbedienza a Dio;
Å la rinunzia alla propria volontÖ; Å la mortificazione del proprio pensiero, delle
proprie idee, dei propri sentimenti, di ogni umana progettualitÖ, di tutto cià che
potrebbe scaturire dalla nostra natura, dalla nostra storia, dalle nostre umane
tradizioni, dalla nostra cultura e da ogni altro pensiero che ha per origine la
mente umana. La via della nostra crocifissione Å il compimento della volontÖ di
Dio in ogni sua piá piccola parte. Per questo occorre il rinnegamento totale di
sÇ; occorre la distruzione della nostra umanitÖ cosâ come si Å fatta dopo il
peccato, per entrare nell’uomo nuovo generato da Dio da acqua e da Spirito
Santo. Il cristianesimo Å questo, o non Å cristianesimo.
Mediazione di Cristo, mediazione della Chiesa. Questa veritÖ Å giÖ stata
abbozzata. La si ribadisce con semplicitÖ. La mediazione di Cristo e la
mediazione della Chiesa sono un’unica mediazione, con una differenza: quella
di Cristo Å fontale; quella della Chiesa Å strumentale. Fonte e strumento devono
essere insieme, insieme come unitÖ operativa, costitutiva. La differenza non
deve sminuire l’unitÖ, anzi deve rafforzarla, esigerla, richiederla, domandarla
sempre. Oggi purtroppo si Å all’opposto. Si parla di mediazione di Cristo, ma
senza la mediazione della Chiesa; si parla di una grazia di Cristo che agirebbe
nel mondo, senza la mediazione storica del suo corpo. Che questo non sia
vero, lo attesta la storia. La mediazione di Cristo serve per fare di ogni uomo un
altro Cristo, un Cristo vivente, un uomo nuovo, che obbedisce in tutto alla
volontÖ del Padre, fino alla morte e alla morte di croce. PoichÇ quest’uomo
nuovo, questo altro Cristo, fuori della Chiesa non c’Å, non vive, viene facilmente
dimostrato che Å errata, anzi falsa e deleteria, questa eresia che afferma la
possibilitÖ di realizzare Cristo nel mondo senza la mediazione della Chiesa, che
Å sâ mediazione strumentale, ma Å vera mediazione di grazia e di veritÖ, di
sacramenti e di Dono dello Spirito Santo, mediazione di Parola, dono di Cristo
ai cuori, mediazione che fa di ogni uomo un membro del Corpo di Cristo.
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