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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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orizzontale senza trascendenza, il corpo non Å piá veicolo dell’anima, l’anima<br />

non Å piá auriga del corpo. L’immanenza, il corpo, il tempo, la storia, le cose di<br />

questo mondo sembrano aver avuto il sopravvento sulle cose del cielo e le cose<br />

di Dio. Eppure l’apostolo Å stato costituito dal Signore strumento proprio per le<br />

cose del cielo, per le cose che riguardano Dio. C’Å qualcosa che non funziona,<br />

se non funziona nel cristiano Å il segno che non funziona prima nell’apostolo del<br />

Signore. Questo ha dimenticato il fine per cui lui Å stato costituito apostolo, ha<br />

trasformato la sua vocazione, dalle cose per il cielo, l’ha fatta divenire per le<br />

cose della terra, di questo tempo, del corpo. Cosâ facendo ha operato un<br />

tradimento. Ha tradito la consegna di Dio, in quanto l’ha trasformata totalmente;<br />

ha anche tradito l’uomo, perchÇ gli dona quelle cose che non lo salvano, che<br />

apparentemente sembrano risollevarlo, mentre in realtÖ lo abbandonano alla<br />

sua perdizione eterna. La responsabilitÖ Å tutta dell’apostolo del Signore, tutto<br />

avviene a causa del suo tradimento. Se lui si riprenderÖ, ritornerÖ alla veritÖ<br />

della sua missione, tutto il mondo ritornerÖ alla veritÖ; se lui invece rimane nel<br />

suo tradimento, il mondo perisce assieme a lui, perisce nel tempo e perisce<br />

nell’eternitÖ. L’apostolo del Signore deve ricordarsi che lo stesso Gesá subâ una<br />

tale tentazione, quella di trasformarsi da uomo di Dio per le cose di Dio, in<br />

uomo del mondo per le cose della terra. Lui ha respinto la tentazione di satana,<br />

si dimostrà un vero servo fedele del Signore, non tradâ il Padre suo, rimase<br />

fedele alla consegna del Padre. Per questa sua fedeltÖ salvà se stesso e il<br />

mondo intero. Questa stessa fedeltÖ egli esige da ogni suo inviato, perchÇ Å in<br />

essa che risiede la salvezza del mondo.<br />

La squalifica eterna. Altro errore grave Å questo. L’apostolo del Signore non<br />

crede piá che lui stesso possa essere squalificato. Pensa e ritiene che non c’Å<br />

nessuna corsa, nessun premio, nessuna squalifica. La misericordia di Dio<br />

abbraccerÖ tutti un giorno nel suo regno, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti, santi<br />

e peccatori, cristiani e pagani. A che serve predicare l’inferno, se l’inferno Å<br />

vuoto; se l’inferno Å un genere letterario, se esso non si confÖ con l’idea stessa<br />

di Dio? La non fede del missionario del Vangelo nella Parola del Vangelo che<br />

lui stesso annunzia, di cui lui stesso Å chiamato ad essere il primo garante, fa sâ<br />

che tutto si viva alla leggera, alla buona, che non si avanzi con timore e tremore<br />

verso la conquista del premio eterno, che non si faccia piá alcuna attenzione<br />

alla salvezza della propria anima. Che certe forme di predicazione dell’inferno<br />

non si addicono piá Å un fatto, che si abolisca l’inferno Å un altro. Che certe<br />

forme di praticare il sacramento della penitenza non sono piá idonee alla<br />

moderna mentalitÖ dell’uomo Å una cosa; che la confessione non serva piá Å<br />

un’altra. La crisi che regna oggi nel mondo Å crisi di veritÖ, Å crisi di Vangelo.<br />

C’Å il Vangelo, c’Å il ritorno al Vangelo, ma in modo assai strano. ä un ritorno al<br />

Vangelo solo per certe cose, per certe forme, per certe realtÖ, che quasi<br />

sempre sono realtÖ esteriori allo stesso uomo, o sono semplicemente realtÖ di<br />

questo mondo e per questo tempo. Manca il ritorno al Vangelo come cammino<br />

verso la perfezione, la realizzazione di Cristo in noi, la ricerca costante della<br />

salvezza della nostra anima. Bisogna chiedersi perchÇ tutto questo avviene e la<br />

risposta non puà essere che una sola: la perdita della retta fede nell’apostolo e<br />

nel missionario di Cristo Gesá.<br />

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