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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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sufficientemente intelligenti per sapere cosa fare, non ci vede impegnati in<br />

quello che abbiamo deciso. PoichÇ non ci reputa degni di fiducia, non crede in<br />

quello che noi facciamo e ci abbandona, non risponde alle nostre sollecitazioni<br />

pastorali, vive lontano da noi, vive come se la sua vita non appartenesse a<br />

Cristo, nÇ alla Chiesa. ä quanto sta accadendo oggi per buona parte dei<br />

cristiani; sono cristiani ma senza appartenere alla Chiesa, senza piá relazione<br />

con i Pastori, con le Guide poste da Dio nel suo popolo; sono cristiani ma senza<br />

dipendere dalla veritÖ di Cristo, senza seguire le norme neanche morali che si<br />

danno perchÇ la comunitÖ possa progredire spedita sulla via di Dio. Chi Å<br />

investito di responsabilitÖ personale, e ogni discepolo di Gesá lo Å, anche se in<br />

misura e ordine differente per carisma e per ministero, deve mettere ogni<br />

impegno a che l’altro lo reputi degno di fiducia, che lo veda seriamente animato<br />

dalla piá grande veritÖ e caritÖ nel condurre a termine con dedizione,<br />

intelligenza, saggezza e fortezza, quanto gli Å stato comandato di fare.<br />

Soprattutto l’altro lo deve vedere un credente, uno cioÅ che Å convinto - con<br />

profonda convinzione della sua coscienza e del suo cuore, dei suoi sentimenti e<br />

della sua anima - che l’opera intrapresa Å indispensabile per il bene della<br />

comunitÖ, per la sua crescita armoniosa nella veritÖ e nella caritÖ. Tutto questo<br />

perà non potrÖ mai avvenire se mancano delle regole precise, degli impegni<br />

“esatti”, delle norme oggettive, che vanno al di lÖ della singola persona, che<br />

sono a beneficio di tutti, che impegnano tutti, che obbligano in qualche modo<br />

tutti ad eseguirli, a porli in essere, specie colui che Å il primo responsabile per il<br />

raggiungimento del fine che ci si Å proposto di realizzare a beneficio dell’intera<br />

comunitÖ. Un esame di coscienza, ogni tanto, potrebbe aiutarci a leggere nella<br />

nostra responsabilitÖ e anche nella storia che Å legata al fine propostoci, se<br />

stiamo camminando secondo la veritÖ di Cristo e la sua croce, oppure ci siamo<br />

rilassati, abbiamo abbandonato tutto, ancor prima di iniziare; o, se abbiamo<br />

iniziato, lo abbiamo fatto solo perchÇ costretti, perchÇ precettati, obbligati, ma<br />

senza nessuna nostra partecipazione nÇ del cuore, nÇ della volontÖ, nÇ dei<br />

sentimenti. A volte neanche il corpo era presente, intento com’era a fare altre<br />

cose. La non fede in quello che si stabilisce, la superficialitÖ con cui a volte si<br />

stabilisce, la nostra totale assenza nella realizzazione di quanto si Å stabilito<br />

fanno sâ che niente venga operato e nessun frutto venga prodotto. Costatato il<br />

fallimento in un fine, subito se ne stabilisce un altro, ma sempre con gli stessi<br />

metodi, le stesse persone, le stesse regole pratiche. Il risultato non potrÖ essere<br />

che il fallimento.<br />

La nostra coscienza è tutto? Quando ci troviamo dinanzi ad un fratello nella<br />

fede, il bene comune esige che si abbia sempre un comportamento di santa<br />

prudenza, anche se dobbiamo vivere le altre virtá cardinali della temperanza,<br />

giustizia, fortezza. La prima regola di prudenza Å questa: il discernimento se un<br />

problema che nasce nella comunitÖ necessita di una soluzione di veritÖ, oppure<br />

se lo si puà risolvere semplicemente indicando delle buone regole pratiche.<br />

Quando il problema nasce per un vizio, un errore, una non conoscenza della<br />

veritÖ, Å giusto che si annunzi la veritÖ in tutta la sua soprannaturale essenza.<br />

La veritÖ salva; la veritÖ Å l’unica fonte della libertÖ; la veritÖ e solo essa<br />

produce frutti di caritÖ cristiana. Anzi i frutti della caritÖ cristiana non possono<br />

essere prodotti se non sull’albero della veritÖ. Chi toglie la veritÖ dalla comunitÖ,<br />

necessariamente vi toglie anche la caritÖ. Costui Å simile ad un uomo che<br />

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