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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Essere fedele per Paolo ha un solo significato: dimenticare se stessi, rinnegarsi,<br />

considerarsi come morti, non appartenere piá a questo mondo, non considerare<br />

nessuno, guardare solo Dio e la sua veritÖ, donare solo Dio e la sua veritÖ,<br />

pronti a perdere tutto, anche la propria vita, per restare fedeli al Padre nostro di<br />

cui siamo suoi amministratori, amministratori cioÅ dei suoi misteri.<br />

L’amministratore Å fedele se Å libero, Å libero se Å povero in spirito, Å povero in<br />

spirito se mette nel suo cuore solo Cristo, mette nel suo cuore solo Cristo se si<br />

svuota di sÇ, della sua vita, delle sue appartenenze, se esce da se stesso,<br />

abbandona il suo passato, cammina proteso verso il Signore che lo attende per<br />

rivestirlo della sua gloria eterna.<br />

L’amministratore Å fedele se Å pieno lui stesso di fede, quella fede che gli<br />

insegna che a nulla giova cercare una qualche felicitÖ e una qualche gioia o<br />

considerazione su questa terra; che solo salendo sulla croce e lasciandosi<br />

crocifiggere con Cristo sarÖ possibile per lui realizzarsi pienamente nel tempo e<br />

nell’eternitÖ; che la sola gloria che bisogna cercare Å quella che viene da Dio e<br />

dall’obbedienza alla sua volontÖ, non quella che viene dall’uomo e dalla vendita<br />

al diavolo della volontÖ di Dio.<br />

[3]A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso<br />

umano; anzi, io neppure giudico me stesso,<br />

Paolo manifesta in questo versetto qual Å il grado della sua libertÖ, della sua<br />

povertÖ in spirito; il grado del suo amore per Cristo Gesá. Manifesta anche qual<br />

Å il grado della sua fedeltÖ nell’amministrare i misteri di Dio in mezzo ai Corinzi.<br />

Egli Å libero dal giudizio degli uomini, di tutti gli uomini, sia del giudizio che<br />

possono emettere i cristiani su di lui, sia da quello che potrebbero emettere<br />

quanti non sono cristiani.<br />

Essere libero dal giudizio degli uomini per Paolo Å totale indipendenza dagli<br />

uomini; totale, somma, piena dipendenza da Dio; ignoranza della volontÖ degli<br />

uomini, perfetta conoscenza della volontÖ di Dio; non compimento della volontÖ<br />

degli uomini, compimento della volontÖ di Dio in tutto, come Cristo Gesá.<br />

Quando un uomo arriva a questa libertÖ, egli potrÖ essere un fedele<br />

amministratore dei beni di Dio. FinchÇ penserÖ al giudizio degli uomini, egli non<br />

potrÖ essere fedele, perchÇ nelle decisioni gravi penserÖ a come salvaguardare<br />

il suo nome presso gli uomini, ignorando o dimenticando di perderlo presso Dio.<br />

Per Paolo non c’Å alcuna possibilitÖ di camminare su due vie: o si perderÖ il<br />

nome e la vita presso gli uomini, o la si perderÖ presso Dio. Nessuno potrÖ mai<br />

servire a due padroni, o servirÖ il nome di Dio, o servirÖ il proprio nome; o<br />

cercherÖ di piacere solo a Dio, o si adopererÖ per essere con Dio e con gli<br />

uomini. Questo Å impossibile. Nel momento non Å tutto di Dio, non Å per niente<br />

di Dio, e nel momento in cui Å in parte con gli uomini, Å tutto degli uomini.<br />

Dio non vuole una fedeltÖ a metÖ, non vuole una fedeltÖ parziale. Con Dio o<br />

tutto o niente; o si Å tutto con Dio, o non si Å con Lui. Questa veritÖ deve essere<br />

sempre chiara ed evidente al nostro spirito. Il motivo Å uno solo: l’uomo ci fa da<br />

tentazione, ci vuole sottomessi alla sua volontÖ. Vuole che noi non facciamo la<br />

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