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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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tutte sono state afferrate dall’amore crocifisso di Cristo Gesá quanto a<br />

redenzione. Nella comunitÖ cristiana non puà regnare il livellamento e neanche<br />

l’abolizione dei carismi. Ognuno, per volontÖ di Dio, deve rispondere solo al<br />

Signore. ä Lui che ha assegnato a ciascuno di noi il posto nel corpo di Cristo ed<br />

Å Lui che ha deciso con quale dono o mansione dobbiamo rimanere in esso,<br />

esercitando il ministero o l’ufficio della regalitÖ, del sacerdozio, della profezia.<br />

Pensarsi corpo di Cristo vuol dire pensarsi nella volontÖ di Dio, ma anche<br />

accoglienza e obbedienza perfettissima alla divina volontÖ. ä questa la vera<br />

adorazione che il Signore vuole ed Å anche questo il nostro culto spirituale che<br />

dobbiamo offrirgli. Vedendo noi stessi e gli altri nella volontÖ di Dio, noi<br />

possiamo mettere bene a frutto il carisma che il Signore ci ha dato; se invece<br />

non ci vediamo in Dio, nella sua volontÖ, o non accogliamo il carisma datoci dal<br />

Signore, oppure rinneghiamo quello degli altri; esaltiamo il nostro e sviliamo<br />

quello altrui. Cosâ facendo creiamo un disordine spirituale all’interno dell’unico<br />

corpo e questo nuoce gravissimamente alla fede. Uno degli errori piá comuni<br />

dei nostri tempi Å la non comunione nei carismi; Å vedersi ognuno per se stesso<br />

e quasi sempre fuori del corpo di Cristo, se non a livello veritativo, di<br />

conoscenza, questo avviene sempre a livello di operazione, di realizzazione del<br />

mistero della salvezza nel mondo e a favore del mondo intero. Questa esigenza<br />

di vedersi nel corpo di Cristo e nella volontÖ di Dio in ordine allo svolgimento<br />

della propria vocazione Å garanzia perchÇ il corpo di Cristo possa anche oggi<br />

svolgere la sua opera di salvezza a favore di tutti i figli dispersi che cercano il<br />

Signore ma che nessuno svela loro a causa della falsa posizione che si occupa<br />

nel corpo di Cristo e dei falsi carismi che si vivono; o, se sono veri i carismi, del<br />

loro modo falso di viverli a beneficio di tutti i fratelli nella fede, a vantaggio del<br />

mondo intero.<br />

Apostoli, profeti, Maestri. Nel corpo di Cristo ognuno Å per vocazione, per<br />

chiamata dall’alto. Ognuno Å anche arricchito di questo o di quell’altro dono solo<br />

dalla volontÖ di Dio. Ogni dono discende dal Padre dei cieli, il quale liberamente<br />

interviene nella vita di ogni uomo e liberamente agisce con lui secondo la sua<br />

eterna sapienza e quella libertÖ che esige che nessuno possa chiedere a Dio<br />

perchÇ lo ha fatto cosâ, o perchÇ lo ha chiamato per questo ministero, o perchÇ<br />

gli ha concesso questo carisma, invece che l’altro. Alla libertÖ eterna di Dio,<br />

governata solo dalla sua saggezza, deve corrispondere tutto l’impegno umano<br />

a portare avanti con responsabilitÖ la vocazione che il Signore ci ha fatto,<br />

mettendo a piena fruttificazione il carisma di cui ci ha corredati. Nessuno puà<br />

svolgere bene, secondo veritÖ e santitÖ il suo carisma, se non viene sostenuto,<br />

aiutato, alimentato dal carisma degli altri. L’apostolo Å il depositario della veritÖ<br />

di Cristo, del suo Vangelo, della sua grazia. Egli percorre la terra e il mare per<br />

fare dei discepoli al Signore Gesá. Lui conosce la veritÖ storica di Dio, conosce<br />

la veritÖ in modo pieno, perchÇ egli Å guidato dallo Spirito Santo verso la veritÖ<br />

tutta intera. Non conosce la volontÖ attuale di Dio, non sa dove dirigere i suoi<br />

passi, dove condurre la comunitÖ. Per questo egli deve ascoltare, deve volere<br />

ascoltare i profeti. Sono loro che conoscono la volontÖ attuale di Dio e sono loro<br />

gli incaricati che devono manifestarla sia all’apostolo del Signore che al mondo<br />

intero. Se l’apostolo non ascolta i profeti, perde semplicemente tempo, perchÇ<br />

non sa cosa oggi vuole esattamente il Signore da lui, dove oggi deve dirigere i<br />

suoi passi e presso chi recarsi per parlare di Gesá e del suo regno da<br />

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