PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

cuore. Chi puà giudicare Å solo Dio. Chi puà giudicare Å anche il profeta di Dio,
al quale il Signore rivela le manchevolezze dell’uomo e la sua cattiva volontÖ, la
sua non risposta al dono di Dio. Egli vede la responsabilitÖ morale dell’uomo e
puà giudicare secondo veritÖ, ma sempre come atto particolare. Ogni cuore
deve essere svelato dal Signore perchÇ lui possa emettere il giudizio; se il
Signore vela il cuore; anche per lui il giudizio Å negato; anche lui si deve
astenere dal giudizio.
Gonfi d’orgoglio. L’orgoglio Å figlio della superbia e si radica profondamente
nel cuore e nella mente dell’uomo. L’orgoglio scalza Dio dal suo trono e al suo
posto mette colui che lo possiede, colui che esso ha giÖ schiavizzato, che Å
stato reso suo prigioniero. Chi cade in questo peccato, si attribuisce poteri
divini, poteri di grazia e di veritÖ, poteri di salvezza e di redenzione e soprattutto
poteri di autonomia. ä come se tutto dipendesse dall’uomo, tutto fosse soggetto
all’uomo, tutto fosse nelle mani dell’uomo. I doni di Dio vengono usati per la
propria gloria, per apparire grandi, per essere onorati dagli uomini, da loro
stimati, esaltati. Si fa del dono di Dio uno strumento di peccato, uno strumento a
servizio del peccato dell’uomo. Quando questo succede, Å la fine del regno di
Dio e della sua edificazione tra gli uomini; Å l’inizio dell’impero e del regno di
questo mondo e della sua espansione sulla terra. Chi si gonfia di orgoglio usa
Dio e i fratelli solo per l’incremento della propria esaltazione e della sua
potenza, sia spirituale, che materiale. All’orgoglio si combatte con l’umiltÖ.
Nell’umiltÖ, Dio Å il Signore e i fratelli sono figli di Dio da amare e da servire
secondo la sua volontÖ. Noi siamo gli strumenti dell’amore di Dio, per la sua
gloria nel mondo.
La falsa ricchezza spirituale. ä l’autosufficienza la falsa ricchezza spirituale.
L’uomo si crede ricco di sÇ, eppure Å poverissimo, perchÇ manca in lui Dio, che
Å l’unica fonte della vera ricchezza spirituale. La falsa ricchezza spirituale viene
condannata da Cristo Gesá con queste parole: “All'angelo della Chiesa di
LaodicÖa scrivi: CosÜ parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio
della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei nÅ freddo nÅ caldo.
Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poichÅ sei tiepido, non sei cioÖ nÅ freddo nÅ
caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito;
non ho bisogno di nulla, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un
povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco
per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua
nuditÑ e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li
rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Ecco, sto alla porta
e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrÄ da lui,
cenerÄ con lui ed egli con me. Il vincitore lo farÄ sedere presso di me, sul mio
trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. Chi
ha orecchi, ascolti ciÄ che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 3, 14-22). Quando un
cristiano si crede ricco, santo, giusto, Å la fine spirituale per lui, ma anche la fine
per tutti coloro che entrano in contatto con lui. Senza Dio, fonte e principio di
ogni veritÖ e di ogni santitÖ che viene in questo mondo, c’Å solo apparenza,
illusione, falsitÖ.
Spettacolo al mondo. Il cristiano diventa spettacolo per il mondo quando si
riveste di obbedienza a Dio, quando cammina tra i fratelli per mostrare loro lo
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