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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Invece, dopo che l’oratore ha parlato e ha stabilizzato la comunitÖ nell’errore di<br />

fede, o di morale, quella comunitÖ non ha alcun motivo per cercare una via di<br />

conversione. Quella ormai puà convivere con l’errore perchÇ giustificata nei<br />

suoi comportamenti.<br />

Su questo, penso, bisognerebbe fare molta attenzione. Coloro che hanno il<br />

compito di vigilare sulla comunitÖ devono comportarsi allo stesso modo di<br />

Paolo; devono trovare persone fedeli nel Signore. Sono esse che hanno la<br />

forza di Cristo per riportare Cristo e questi Crocifisso nella comunitÖ.<br />

Sovente invece abbiamo persone che neanche credono in Cristo, quello vero;<br />

anzi lottano e distruggono il Cristo vero in nome di un loro Cristo falso.<br />

A tanto si arriva. Questi errori non sono lontano da noi, nÇ di altri tempi.<br />

Cosa dovrÖ fare Timoteo? Ricordare l’insegnamento di Paolo, che in veritÖ non<br />

Å di Paolo, ma di Cristo. Paolo Å solo un portavoce di Cristo Gesá.<br />

Egli ha sempre insegnato nel nome di Cristo e con la sua autoritÖ.<br />

Ancora una breve annotazione merita di essere posta in risalto. Cià che Paolo<br />

ha insegnato e che Timoteo deve ricordare non Å un insegnamento particolare<br />

per la ComunitÖ di Corinto, Å invece l’insegnamento di tutta la Chiesa e per tutta<br />

la Chiesa. Paolo insegna un unico mistero di salvezza e una sola via da<br />

percorrere e questa via vale per tutti, indistintamente. Egli l’ha insegnata, la<br />

insegna e la insegnerÖ a tutta la Chiesa.<br />

Cià che Paolo vuole Å la coralitÖ dell’insegnamento. Tutti devono insegnare a<br />

tutti lo stesso, unico mistero di salvezza, Cristo e questi Crocifisso, Signore e<br />

Dio, Messia e Salvatore, Giudice dei vivi e dei morti, morto per i nostri peccati,<br />

risuscitato per la nostra giustificazione.<br />

Oggi invece si assiste alla frammentazione ed anche alla frammentarietÖ<br />

dell’annunzio. Si assiste ad un annunzio che non Å per nulla corale, essendosi<br />

ognuno costituitosi voce autonoma, indipendente, voce senza radici nel<br />

Vangelo e nella veritÖ della salvezza, voce sganciata dalla veritÖ della<br />

rivelazione, voce che trova la sua consistenza nel proprio cuore e soprattutto<br />

nella propria volontÖ, spesso senza Dio e senza il suo mistero di salvezza e di<br />

redenzione.<br />

Sarebbe molto utile che ognuno pensasse il suo ministero nell’annunzio come<br />

ricordo della Parola di Gesá, ricordo del suo Vangelo, della sua veritÖ, della sua<br />

rivelazione.<br />

Il ricordo per essere vero deve essere la propria vita, deve essere il frutto<br />

maturato sulla propria esperienza di Cristo Gesá. Il ricordo Å il Vangelo<br />

diventato vita in noi che si fa parola di vita perchÇ diventi vita nel mondo intero.<br />

Neanche questa modalitÖ Å del cristiano di oggi. Il Vangelo Å fuori di lui, perchÇ<br />

Cristo Å fuori di lui. Se il Vangelo Å fuori di lui e Cristo lo Å altrettanto, la<br />

conseguenza sarÖ una sola, del Vangelo e di Cristo si avrÖ un ricordo morto, un<br />

ricordo che non da vita, perchÇ non Å la nostra vita.<br />

[18]Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a<br />

gonfiarsi d'orgoglio.<br />

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