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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Quando verrÖ cià che Å perfetto, la caritÖ, cià che Å imperfetto, tutti i mezzi posti<br />

da Dio a nostra disposizione, scompariranno, cesseranno, verrÖ meno la loro<br />

funzionalitÖ, non ci servono piá.<br />

PerchÇ allora non iniziare a vederli fin da adesso come un mezzo e non come il<br />

fine della nostra vita? PerchÇ non iniziare fin da adesso a liberarcene, sapendo<br />

che domani non ci serviranno piá? PerchÇ non li relativizziamo e li condividiamo<br />

con gli altri, invece che farcene un motivo di vanto e di esaltazione? PerchÇ non<br />

finalizzarli tutti alla realizzazione della caritÖ nel nostro cuore? PerchÇ non<br />

abbandonarli giÖ in questa vita, se uno di loro dovesse divenire per noi motivo<br />

di tentazione, causa di superbia, via di esaltazione, che Å distruzione piena e<br />

totale della caritÖ di Dio dentro di noi?<br />

A che ci serve un mezzo che ci Å stato dato per edificarci nella caritÖ, se questo<br />

diviene strumento per distruggere la caritÖ che lo Spirito Santo ha costruito<br />

dentro di noi? Tutto cià che si trasforma in un male per l’uomo, deve essere<br />

abbandonato, bisogna che l’uomo si liberi di esso. ä questo il principio salutare<br />

che Paolo con argomentazione e in ogni modo vuole inculcare a quelli di<br />

Corinto.<br />

Costoro devono sapere che se un mezzo, fosse anche il piá grande dono mai<br />

concesso ad un uomo, deve servire per la distruzione della caritÖ e non per la<br />

sua edificazione, Å giusto e doveroso che l’uomo lo abbandoni, che non se ne<br />

serva, che lo restituisca al Signore.<br />

Vale per i doni divini e celesti la stessa regola che Gesá ha dettato per il nostro<br />

corpo. ä preferibile che un membro del nostro corpo venga tagliato mentre<br />

siamo in vita e conservare la caritÖ di Dio in noi, piuttosto che servircene e finire<br />

insieme ad esso nella geenna del fuoco.<br />

Questa Å la legge della caritÖ. PerchÇ essa venga edificata nel nostro cuore,<br />

tutto deve essere usato, ma anche di tutto ci dobbiamo liberare, compreso il<br />

nostro corpo.<br />

[11]Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino,<br />

ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho<br />

abbandonato.<br />

Come l’uomo passa da uno stadio di vita infantile ad uno stadio di vita da<br />

adulto, cosâ deve essere per il cristiano. Egli ha l’obbligo di crescere nella fede,<br />

nella speranza e nella caritÖ. C’Å uno stadio iniziale nella fede. Se il cristiano si<br />

radica in esso, in esso si staticizza, egli Å simile ad un bambino che rimane<br />

sempre bambino e che non diventa mai uomo.<br />

ä proprio del bambino raggiungere la piena maturitÖ fino a divenire un uomo<br />

perfetto in tutto, capace di sani ragionamenti, ma anche di giuste ed equilibrate<br />

decisioni, con tutta la responsabilitÖ che ne deriva. Il bambino Å ancora piccolo<br />

nella scienza e nella coscienza, nella decisione e soprattutto nella<br />

responsabilitÖ. Se rimane cosâ, egli non sarÖ mai un perfetto, vero, autentico<br />

uomo, cosâ come il Signore vuole che egli sia.<br />

La vocazione dell’uomo non Å quella di rimanere nello stadio di infantilitÖ, Å<br />

invece quella della perfetta maturitÖ.<br />

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