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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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della salvezza, la comunitÖ si Å immediatamente smarrita, si Å confusa,<br />

disorientata, ha perso la via della veritÖ e della grazia, si Å ritrovata in una<br />

condizione di morte peggiore di quella antecedente, di quanto cioÅ viveva<br />

senza conoscere Cristo Gesá.<br />

Da risorto istruisce e forma. Da risorto conferisce i suoi poteri. ä Vangelo<br />

la vita di Cristo prima della passione, morte e risurrezione; Å anche Vangelo la<br />

vita trascorsa sulla terra da Risorto, in quei quaranta giorni in cui rimase con i<br />

suoi discepoli, i suoi apostoli, per dare le ultime istruzioni sul regno di Dio,<br />

quando ha conferito loro i suoi poteri, la sua missione, il suo Santo Spirito.<br />

Anche questo deve essere detto con chiarezza. Se Cristo non Å risorto,<br />

neanche i poteri degli Apostoli sono veri. Tutti quei poteri conferiti dopo la<br />

risurrezione non hanno il fondamento della veritÖ, quindi non si puà fondare su<br />

di essi nessuna azione ecclesiale di salvezza per il mondo intero. Prima della<br />

passione e morte Å stato dato agli apostoli solo il potere di fare il Corpo di<br />

Cristo, il suo Sangue, di celebrare cioÅ il mistero della Cena. Ma questo non<br />

avrebbe alcun significato per i redenti in lui, senza gli altri poteri conferiti dopo: il<br />

perdono dei peccati, la potestÖ di dare lo Spirito Santo, la missione universale<br />

per ogni uomo. Lo stesso primato di unitÖ nella caritÖ e nella veritÖ Å stato dato<br />

a Pietro dopo la risurrezione di Gesá dai morti. Lo Spirito Santo Å il dono del<br />

Risorto il giorno di Pasqua, secondo il Vangelo di Giovanni. Gli Apostoli sono<br />

l’opera di Cristo Gesá, del Cristo Risorto. Gli Apostoli sono, pertanto, Vangelo e<br />

fondamento del Vangelo. Questa Å la nostra veritÖ. Per cui Å giusto affermare<br />

che dove non c’Å l’apostolo di Cristo non c’Å Vangelo; dove non c’Å la<br />

comunione nella veritÖ e nella caritÖ con Pietro, manca la pienezza del Vangelo<br />

di Cristo Gesá. In questi casi c’Å la reale possibilitÖ di credere invano, di correre<br />

ma inutilmente, di non giungere alla vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte.<br />

D’altronde che vittoria Å quella di Cristo in loro, se sono ancorati alla loro veritÖ,<br />

alla loro tradizione, se sono incapaci di leggere secondo veritÖ il Vangelo della<br />

Salvezza? Il fatto che rimangono e sono nella non veritÖ attesta che il Vangelo<br />

ancora non Å nel loro cuore; o, se lo Å, non lo Å nella pienezza della sua luce e<br />

della sua grazia. Questa Å veritÖ di ordine storico, che attesta l’assenza in loro<br />

della veritÖ nell’ordine della fede e della grazia del Cristo Risorto.<br />

L’aborto risuscitato dal risorto. Paolo Å anche Lui Vangelo e fondamento del<br />

Vangelo, perchÇ anche lui Å opera del Cristo Risorto. Da Lui Å stato chiamato,<br />

da Lui formato, da Lui inviato per le vie del mondo ad annunziare Cristo morto<br />

per i nostri peccati, risuscitato per la nostra giustificazione. Paolo attesta cosâ<br />

che ci sono due fondamenti di fede: uno Å sempre fuori di noi, l’altro deve<br />

essere sempre in noi. ä fuori di noi il fondamento del Vangelo non appena ci<br />

viene annunziato. Fondamento del Vangelo Å cià che Cristo ha operato in colui<br />

che la lieta novella porta per il mondo. Non appena il Vangelo viene accolto,<br />

colui che lo accoglie deve divenire a sua volta principio di fede, per se stesso,<br />

per il mondo intero. Diviene principio di fede in ragione di cià che Cristo ha fatto<br />

di lui, fa in lui, e giorno per giorno continua a fare. Come gli apostoli sono<br />

l’opera del Cristo, prima e dopo la risurrezione, cosâ ogni altro uomo deve<br />

essere opera del Cristo risorto. Nella misura in cui Å opera di Cristo, nella<br />

stessa misura diviene principio di fede per gli altri. Chi invece non si lascia<br />

operare da Cristo, rifare da Lui, costui mai potrÖ essere principio di fede per gli<br />

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