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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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conquistare dalla concupiscenza di toccarla; se non riesce a non toccarla, dal<br />

desiderio o dalla volontÖ di non toccarla.<br />

ä la scelta sbagliata che bisogna sempre evitare; nella scelta considerare che il<br />

regno di Dio merita tanta attenzione e richiede tante energie per cui se uno puà,<br />

Å cosa buona liberarsi dalla donna, o dal marito, e dedicarsi pienamente<br />

all’edificazione del regno di Dio sulla terra.<br />

[3]Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la<br />

moglie verso il marito.<br />

Terza questione che Paolo si accinge a risolvere. Ci si sposa. Sono leciti gli atti<br />

coniugali, o bisogna astenersi da essi?<br />

Per Paolo l’atto coniugale Å un dovere sia dell’uomo verso la moglie che della<br />

moglie verso l’uomo.<br />

ä un dovere reciproco, un dono obbligato dalla legge morale che l’uno deve<br />

fare all’altra e viceversa.<br />

In questo versetto si devono mettere in evidenza due principi fondamentali. Il<br />

primo Å assai semplice. L’atto coniugale non Å condannato dal cristianesimo,<br />

anzi Å un dovere. Se Å un dovere nessuno si puà rifiutare se non per motivi<br />

gravi, di cui il coniuge deve essere portato a conoscenza, essendo un suo<br />

diritto poter avere relazione con moglie.<br />

Il secondo principio Å anche facile da sviluppare: non c’Å nel matrimonio<br />

cristiano asservimento della donna nei riguardi dell’uomo, e nÇ superioritÖ<br />

dell’uomo nei riguardi della moglie.<br />

Tutti e due sono alla pari, sono cioÅ nella pari condizione. Tutti e due sono<br />

infatti ad immagine di Dio. Se c’Å una disparitÖ, questa Å dovuta solo al<br />

peccato. ä il peccato che crea la disparitÖ tra gli uomini e in modo particolare<br />

dell’uomo nei riguardi della donna.<br />

Si legge nella Genesi, subito dopo il peccato: “Alla donna disse: MoltiplicherÄ i<br />

tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarÑ il<br />

tuo istinto, ma egli ti dominerÑ” (Gn 3,16). Come si puà constatare il peccato ha<br />

prodotto nella natura una morte ed Å la morte della dignitÖ dell’uomo e della<br />

donna nella loro relazione vicendevole.<br />

La donna ha un istinto che la porta verso il marito, il marito ha un istinto che lo<br />

porta a dominare sulla donna. Ma questo Å frutto del peccato.<br />

Cristo Å venuto a togliere il peccato del mondo; togliendo il peccato ha anche<br />

abolito le conseguenze del peccato, per cui nella sua religione non c’Å piá posto<br />

per la sopraffazione, la schiavitá, il dominio, l’abuso e il sopruso.<br />

Nella religione di Cristo c’Å solo l’amore vicendevole, nel rispetto perà dei ruoli<br />

che il Signore ha assegnato all’uomo e alla donna, ruoli che vengono dalla<br />

volontÖ di Dio e non dall’imposizione di una volontÖ sull’altra, o peggio dal<br />

sopruso dell’uno sull’altra.<br />

Se Gesá ha portato questa fondamentale uguaglianza dell’uomo e della donna,<br />

a tal punto che Paolo parla di dovere dell’uno verso l’altro, senza alcuna<br />

differenza, perchÇ regna la sopraffazione e il sopruso, l’avvilimento e la<br />

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