PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

Perché la salvezza è insieme fatto oggettivo e soggettivo. La salvezza Å
fatto oggettivo perchÇ veramente in Cristo ogni uomo Å stato redento,
giustificato, salvato, santificato. Cristo Gesá nel suo mistero di Incarnazione,
Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione gloriosa al Cielo Å il dono di Dio
all’umanitÖ, all’intera creazione. PerchÇ questo dono diventi della persona
singola, Å necessario che questa non solo l’accolga, ma accogliendolo, voglia
divenire parte del mistero di Cristo, voglia lasciarsi fare dallo Spirito Santo cià
che Cristo Å nel suo mistero di vita e di salvezza. L’uomo puà anche dire no al
Signore, alla sua proposta d’amore. L’uomo Å mistero di volontÖ. La volontÖ Å
l’essenza dell’uomo. L’uomo Å uomo perchÇ dotato di volontÖ. La volontÖ che
dovrebbe sempre orientare l’uomo verso il bene, verso l’accoglienza del dono,
potrebbe anche tradire lo stesso uomo e condurlo nel rifiuto della veritÖ, della
giustizia, dell’amore, della santitÖ. Se l’uomo rifiuta la salvezza, egli si esclude
dal mistero di Cristo e questo non produce i suoi frutti di veritÖ e di grazia nel
suo cuore. ä questo il motivo per cui la salvezza oggettiva da sola non Å
sufficiente per portare tutti gli uomini in paradiso. Ma c’Å un terzo elemento
necessario e indispensabile perchÇ la salvezza di Cristo diventi un fatto
soggettivo: la sua conoscenza. Uno puà accogliere una cosa se la conosce;
puà accoglierla se gliela si manifesta in tutta la sua bellezza, ricchezza, santitÖ,
veritÖ, in tutto il suo splendore di vita eterna. PerchÇ la salvezza da fatto
oggettivo diventi fatto soggettivo occorre la mediazione della Chiesa. L’opera
della Chiesa Å prima di tutto predicazione, annunzio, evangelizzazione. Tutto
questo perà deve essere fatto da uomini, da donne, da adulti, da giovani,
trasformati interiormente dalla Parola che si annunzia, dal mistero che si vuole
comunicare. L’altro non deve solo ascoltare la Parola, deve vedere il mistero
compiuto in noi; deve gustare in noi la bellezza di questo mistero, perchÇ si
innamori di esso e lo accolga come il mistero che puà salvare la sua vita,
perchÇ vede la nostra vita salvata dal mistero che gli annunziamo.
Spirito Santo e Parola di Dio. La via della conoscenza di Cristo e del suo
mistero di veritÖ, di amore e di speranza Å lo Spirito Santo di Dio. ä Lui che
deve fecondare i cuori di veritÖ, aprendoli alla fede. Lo Spirito di Dio Å lo Spirito
di Cristo, Å lo Spirito del suo Corpo, Å lo Spirito della sua Chiesa. La Chiesa,
poichÇ Corpo di Cristo, deve effondere lo Spirito di Cristo sopra ogni carne,
sopra ogni uomo. Come? Allo stesso modo che lo ha effuso Cristo. Cristo lo ha
ricevuto il giorno del Battesimo, mentre era in preghiera sulle sponde del
Giordano. La Chiesa l’ha ricevuto il giorno di Pentecoste nel Cenacolo. Lo
riceve in ogni sacramento che essa amministra. Cristo lo ha effuso dall’alto
della croce. Anche la Chiesa deve effonderlo dall’alto della croce. Come?
Facendosi obbediente al Padre come Cristo; divenendo chicco di grano,
cadendo in terra, morendo per glorificare il Padre che Å nei cieli. La via per
l’effusione dello Spirito su ogni carne Å la croce, ma la croce – si Å giÖ detto – Å
l’obbedienza a Dio, il compimento di ogni Parola che Å uscita dalla bocca
dell’Altissimo. Se manca della pienezza dello Spirito Santo nella sua vita, se
non porta lo Spirito Santo alla piena maturitÖ di grazia e di veritÖ sull’alto della
croce, la Chiesa non puà effonderlo, non puà darlo come Spirito di conversione;
la sua azione missionaria e anche quella sacramentale risulterÖ alla fine sterile,
senza efficacia di conversione e di salvezza dei cuori.
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