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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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divenire cià che Lui Å dinanzi al Padre suo, con una differenza sostanziale perà:<br />

Lui Å il Figlio unigenito del Padre fattosi carne nel seno della Vergine Maria. Noi<br />

siamo e rimaniamo sempre creature di Dio, anche se innalzati all’altissima<br />

dignitÖ di essere figli nel Figlio, Corpo di Cristo, eredi della sua gloria, immagine<br />

vivente di Lui sulla terra. Quando si Å in Cristo, si Å figli del regno; quando si Å<br />

fuori di Cristo, si appartiene alle tenebre e non piá alla luce. Se in Cristo si<br />

cresce in santitÖ, vivendo nella pienezza della veritÖ e della grazia, il Padre,<br />

poichÇ siamo una cosa solo in Cristo, come Cristo ci chiede la nostra offerta<br />

fino alla morte di croce, al fine di poter costruire il suo Regno sulla terra.<br />

Quando si progredisce nel mistero di Cristo, si esce una volta per tutte dalla<br />

visione legalistica dell’obbedienza a Dio, si entra invece nella corrente<br />

dell’amore, di una risposta d’amore al Signore che ci chiede se anche noi in<br />

Cristo Gesá vogliamo vivere per salvare gli altri nostri fratelli. Cristo Gesá non<br />

era nostro fratello, si Å fatto per amore. Noi siamo fratelli gli uni degli altri,<br />

dobbiamo farci Cristo, se vogliamo aiutarli a salvarsi dal peccato e dalla morte.<br />

Cristo si Å fatto noi, noi ci dobbiamo fare Lui. Lui ha assunto la nostra carne per<br />

salvarci, noi dobbiamo assumere la sua spiritualitÖ per redimere in Lui il mondo.<br />

Questa Å la volontÖ di Dio su di noi. Questo Å il suo grande amore per ogni altro<br />

uomo.<br />

Al Padre ogni lode. Rendere gloria al Padre del Signore nostro Gesá Cristo,<br />

che Å anche nostro Padre, in Lui, Å obbligo di santitÖ e si puà rendere gloria e<br />

onore al Signore solo attraverso la nostra risposta d’amore e di obbedienza a<br />

Lui. Tutte le altre forme di lode, di benedizione, di ringraziamento, sono solo<br />

verbali, non reali; sono fatte a parole, mentre la nostra vita non ha ancora<br />

iniziato il suo ringraziamento, perchÇ non ha ancora compreso il mistero della<br />

redenzione e la nostra vocazione a realizzarla sulla terra a favore del mondo<br />

intero. Il vero, l’unico rendimento di grazia che possiamo elevare al nostro Dio e<br />

Signore Å quello di prendere la nostra vita, toglierla interamente dal peccato,<br />

offrirla a Lui, perchÇ se ne serva, come si Å servito della vita di Cristo Gesá, per<br />

la redenzione del mondo. In questo non puà esserci alcuna disparitÖ tra Cristo e<br />

noi. Cristo Å colui che ha dato la vita al Padre, anche noi dobbiamo essere<br />

coloro che donano la vita al Padre. Facendo questo noi diveniamo veri figli,<br />

perchÇ compiamo il mistero dell’amore di Dio nel mondo. ä questa la volontÖ di<br />

Dio: che il suo mistero d’amore possa essere portato a compimento fino alla<br />

fine del mondo, da ognuno che Å divenuto suo Figlio in Cristo Gesá. Vuole perà<br />

che lo si compia alla maniera di Cristo: con una obbedienza sigillata con la<br />

morte in segno della nostra totale fedeltÖ a Lui. Quando ci si prodiga in<br />

quest’opera; quando si compie la vita di Cristo in noi, quando si realizza il<br />

mistero eterno dell’amore di Dio per ogni uomo, solo allora la nostra fatica non<br />

Å vana, la nostra opera Å fruttuosa, il nostro lavoro Å ricco di salvezza per la<br />

terra e per il cielo. In questo lavoro perà bisogna essere saldi e irremovibili, con<br />

una fede tutta orientata a riproporre nel mondo il mistero di Cristo, morendo<br />

come Lui e come Lui risorgendo. Chi si allontana da questa fede, Å un falso<br />

cristiano, che nulla puà dare alla causa del regno.<br />

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