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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Paolo vuole che nella comunitÖ di Corinto e in ogni altra comunitÖ ci sia uno<br />

stile di riconoscenza e di deferenza verso coloro che operano il bene servendo i<br />

fratelli.<br />

Il bene non si deve dimenticare, non si puà. Il bene va ricordato, per motivi di<br />

giustizia, ma anche per ragioni di esemplaritÖ.<br />

C’Å una stima nella comunitÖ che uno si deve anche guadagnare e la si<br />

guadagna mettendo se stessi a servizio del Vangelo.<br />

Paolo non ricorda gli altri, ricorda Stefana, la ricorda per la sua grande caritÖ, il<br />

suo amore, il suo servizio. Chiede ai Corinzi che si ricordino anche loro e il<br />

ricordo Å memoria viva, attenzione, presenza di esemplaritÖ, ma anche caritÖ<br />

reale ed operativa nei loro riguardi.<br />

ä giusto che chi ha dato tanto alla comunitÖ, riceva anche tanto dalla stessa.<br />

Molte volte si vorrebbe che nella comunitÖ regnasse una mortificante<br />

uguaglianza. Che ci fosse una forma unica per tutti. Questo non puà essere<br />

concesso per motivi di giustizia. Siamo tutti uguali, se ugualmente partecipiamo<br />

al servizio del Vangelo.<br />

Se uno ha dato molto di piá al Vangelo, ha impegnato tutta la sua vita, Å giusto<br />

che il suo lavoro, il suo sacrificio, la sua abnegazione, la sua squisita caritÖ<br />

venga riconosciuta, apprezzata, portata come esempio e in qualche modo<br />

anche ricompensata dalla comunitÖ.<br />

Se uno non ha mai fatto nulla per il Vangelo, per la comunitÖ, non Å giusto che<br />

venga trattato dalla comunitÖ allo stesso modo di coloro che invece hanno<br />

speso l’intera vita per essa.<br />

Su questo dovremmo essere piá precisi, soprattutto piá giusti, ma anche<br />

insegnare e proclamare la precisione, inculcare e ammaestrare sulla giustizia.<br />

[17]Io mi rallegro della visita di Stefana, di Fortunato e di Acàico, i quali<br />

hanno supplito alla vostra assenza;<br />

FinchÇ siamo su questa terra abbiamo bisogno sempre degli altri. Gli altri sono<br />

per noi sostegno, sollievo, aiuto, conforto, sprone.<br />

Essi ci liberano dalla solitudine e soprattutto da ogni eventuale scoraggiamento<br />

nel compimento della nostra missione.<br />

Il Vangelo vuole che tutto si faccia a due a due. Nessun missionario deve<br />

partire da solo nel compimento della sua missione. Ognuno ha bisogno<br />

dell’altro, a causa dei pericoli esterni che minacciano perennemente la sua vita;<br />

a motivo della fragilitÖ interna che potrebbe condurre all’abbandono della stessa<br />

missione intrapresa.<br />

A volte si ha bisogno di una presenza amica per trovare quella spinta per<br />

andare avanti, per non arrendersi, per procedere con piá forza, per portare a<br />

compimento la realizzazione della Parola nel mondo.<br />

Paolo attesta di aver provato gioia nel vedere e incontrare questi suoi amici che<br />

sono venuti a trovarlo. Aggiunge anche qualcosa in piá: essi erano segno<br />

anche della presenza dei Corinzi presso di lui.<br />

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