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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Occorre un modo sempre vero di rapportarsi con Dio e questo modo Å uno solo:<br />

rimanere cià che si era all’inizio, nella stoltezza, nella debolezza, nella fragilitÖ,<br />

nel disprezzo del mondo; far sâ che il mondo veda sempre la nostra pochezza<br />

materiale e sapienziale, perchÇ creda che quanto avviene in noi Å solo per<br />

opera di Dio.<br />

ä possibile fare questo? Sâ che Å possibile, a condizione che mai ci si lasci<br />

prendere dalla superbia e che l’esempio di Cristo rimanga sempre dinanzi ai<br />

nostri occhi. Chi Å Cristo Gesá? ä il Debole, il Disprezzato, l’Annientato dal<br />

mondo, il Crocifisso.<br />

Dinanzi ad un Crocifisso che cambia il mondo, nessuno potrÖ mai pensare che<br />

sia lui a poterlo cambiare. Se lui avesse avuto tanta forza da sÇ e in sÇ<br />

l’avrebbe certamente usata per se stesso. Non era forse questa la tentazione<br />

che saliva dai piedi della croce? Se tu sei figlio di Dio, se hai la potenza di Dio<br />

che tu affermi di avere, salva te stesso!<br />

Gesá aveva la potenza divina in sÇ, aveva la forza da sÇ, ma per obbedienza si<br />

era annientato, annullato nella sua divinitÖ, l’aveva nascosta operativamente<br />

nella sua carne mortale. La divinitÖ era tutta sulla croce, ma inoperante, non<br />

doveva intervenire, perchÇ si manifestasse tutta la pochezza dell’umanitÖ. Solo<br />

cosâ il mondo avrebbe potuto credere che lâ sulla croce era presente il Signore,<br />

se Å proprio dalla croce che deve nascere la redenzione e la salvezza per il<br />

mondo intero.<br />

Cià che Cristo aveva ed ha dovuto nascondere, annientare operativamente, il<br />

cristiano non ce l’ha. Egli pertanto mai deve pretendere di poterlo avere. Non<br />

perchÇ il Signore gli concede i suoi doni, egli deve farsene motivo di gloria o di<br />

esaltazione della propria persona. Sempre deve rimanere nella confessione<br />

della gloria di Dio e per questo deve apparire evidentemente che chi opera in lui<br />

Å il Signore e non l’uomo.<br />

Se egli saprÖ sempre conservarsi nella sua umiltÖ, confessare il Signore che<br />

opera in lui, far sâ che l’altro veda che Å il Signore che agisce in lui, il mondo ne<br />

troverÖ un gran beneficio, perchÇ avrÖ la possibilitÖ di credere che nel mondo<br />

c’Å il Signore che lo chiama a salvezza, a redenzione, a giustificazione, lo<br />

chiama alla veritÖ e alla grazia.<br />

L’umiltÖ di Cristo Crocifisso deve essere la forma della mente e del cuore, dei<br />

pensieri e dei propositi, dello spirito e dell’anima del cristiano.<br />

Cristo Crocifisso Å la manifestazione piá alta, l’unica vera, autentica<br />

manifestazione della gloria di Dio sulla nostra terra. Un crocifisso non serve<br />

all’umanitÖ. Eppure quel Crocifisso Å la vita dell’umanitÖ. Nella morte di Cristo Å<br />

la nostra vita ed Å proprio nel momento in cui Cristo muore sulla croce che<br />

sgorgano dal suo costato aperto l’acqua e il sangue che devono inondare il<br />

mondo di veritÖ e di grazia, di saggezza e di forza, di sapienza e di libertÖ vera.<br />

[30]Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è<br />

diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione,<br />

Cià che Å avvenuto nei Corinzi Å puro dono di Dio. ä Lui che ha voluto e fatto sâ<br />

che essi fossero in Cristo Gesá, divenissero con Lui una sola realtÖ, un solo<br />

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