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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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non lavora per il Signore. Usare o non usare l’intelligenza non ha alcun senso.<br />

Quando si lavora per la propria gloria l’altro Å giÖ stato tolto dal nostro cuore, a<br />

lui Å stata giÖ tolta la nostra comunione. Che risponda o non risponda con il suo<br />

Amen al nostro canto e alla nostra preghiera non ha alcun senso.<br />

[17]Tu puoi fare un bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato.<br />

L’edificazione avviene nella comprensione. Avviene se si entra nel linguaggio<br />

dell’altro e si entra attraverso l’uso della lingua dell’altro.<br />

Quando si parla in lingue e cià che si dice sotto l’azione dello Spirito Santo non<br />

viene interpretato per gli altri, questi rimangono nel loro piccolo o grande<br />

mondo, non sono entrati in comunione con noi, non sanno cià che noi abbiamo<br />

detto al Signore, per cui mai potranno venire edificati.<br />

In questo caso c’Å un uso improprio del dono di Dio; di cià che serve per gli altri<br />

si Å fatto una cosa che serve solo per noi stessi.<br />

Il principio da cui parte Paolo Å chiaro, evidente. A nessuno Å consentito servirsi<br />

di un dono di Dio pubblicamente, se questo dono non edifica la comunitÖ, non<br />

la eleva spiritualmente e moralmente, non la fa crescere nella veritÖ e nella<br />

conoscenza di Dio, non l’aiuta a risollevarsi, a rinfrancarsi, a riprendere un<br />

cammino piá spedito verso il compimento della sua speranza.<br />

E tutto questo non su cose marginali, di poco conto, cose esteriori, ma in cose<br />

essenziali che sono la stessa vita della comunitÖ.<br />

Cosa c’Å di piá santo di un ringraziamento al Signore, anzi di un bel<br />

ringraziamento? Il ringraziamento Å cosa necessaria, essenziale, Å<br />

l’espressione piá alta della fede. Eppure, se esso viene fatto in lingue e colui<br />

che lo fa non lo interpreta, costui deve astenersi dal farlo. Non edifica la<br />

comunitÖ.<br />

In altre parole: ognuno dinanzi agli altri deve rinnegare totalmente se stesso,<br />

deve lasciarsi avvolgere interamente dalla legge della comunitÖ e questa legge<br />

Å una sola: la sua edificazione, il suo sviluppo spirituale e morale, la sua<br />

crescita in veritÖ, in santitÖ, in grazia, il perfezionamento di ogni virtá.<br />

[18]Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue molto più di tutti voi;<br />

In questo versetto Paolo manifesta cià che lui Å dinanzi a Dio. Egli possiede<br />

molti doni dello Spirito Santo. Il Signore lo ha arricchito anche con il dono del<br />

parlare in lingue.<br />

Non poteva essere diversamente. Lo Spirito in lui Å forte, assai forte, vivo,<br />

operante con tutta la potenza della sua veritÖ e santitÖ.<br />

Lo Spirito opera in lui come Spirito di profezia, in quanto gli manifesta la volontÖ<br />

di Dio e gliela fa annunziare con una parola efficace, tagliente e viva come una<br />

spada a doppio taglio.<br />

Lo Spirito Santo prega in lui con gemiti inesprimibili. Paolo non avrebbe mai<br />

potuto dire come lo Spirito prega nel cuore del cristiano, se lui stesso non fosse<br />

stato strumento della preghiera dello Spirito Santo.<br />

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