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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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terra. Questo Å anche l’esempio che gli ha lasciato il suo Maestro e Signore ed<br />

ben giusto che Cristo sia imitato in tutto, anche perchÇ non c’Å alcuna<br />

differenza tra il corpo che Cristo ha ricevuto da Maria, e l’altro corpo che egli<br />

riceve ogni giorno dallo Spirito Santo, nelle acque del battesimo. Cristo Å uno, il<br />

corpo Å uno, il mistero della redenzione Å uno, la realizzazione della salvezza Å<br />

una, il mistero di Cristo Å il Cristo totale, il Cristo che vive oggi nel corpo della<br />

Chiesa, come ieri viveva sulla terra nel corpo ricevuto dalla Vergine Maria, ma Å<br />

un solo ed un unico corpo attraverso il quale la salvezza si deve espandere sino<br />

ai confini della terra.<br />

Se non si parte dal mistero di Dio, di Cristo e della Chiesa diviene difficile<br />

comprendere quanto Paolo sta dicendo, il suo potrebbe divenire un discorso di<br />

alta ascesi, rifiutato a priori da quanti si dicono cristiani, ma non vogliono<br />

pensarsi santi. Invece non Å questione, questa, di santitÖ o di ascesi, Å<br />

questione puramente e semplicemente di essere cristiani e basta. NÇ piá e nÇ<br />

meno.<br />

[8]Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli!<br />

Paolo va oltre nell’analisi veritativa che sta facendo sulla ComunitÖ di Corinto.<br />

Non si tratta, come si puà ben constatare, di questioni in veritÖ senza alcun<br />

significato particolare; non sono cose di poco conto, di inezie, di nullitÖ.<br />

Quel che accade in Corinto Å vera e propria trasgressione dei comandamenti.<br />

Abbiamo giÖ considerato il caso dell’incestuoso. Peccato gravissimo contro il<br />

sesto comandamento e in modo particolare contro la morale coniugale, sempre<br />

valida e sempre attuale, perchÇ volontÖ di Dio sull’uomo.<br />

Ora si aggiunge anche il settimo comandamento che comanda di non rubare.<br />

Ma non ci si ferma qui. Paolo parla di ingiustizia e l’ingiustizia Å un fatto operato<br />

contro i comandamenti. Se l’ingiustizia era generalizzata, si deve pensare che<br />

anche la trasgressione dei comandamenti fosse generalizzata.<br />

C’Å in Corinto una situazione morale grave. I Cristiani non camminano piá sulle<br />

orme di Cristo Gesá; non solo non vivono le esigenze piá strette del Nuovo<br />

Testamento, la legge delle beatitudini e di ogni altra parola lasciataci da Cristo<br />

come suo testamento spirituale.<br />

Addirittura non si osservano i comandamenti, non si mette in pratica la legge<br />

antica che Å il fondamento sul quale innestare la nuova realtÖ di Cristo e la<br />

veritÖ che viene dalla sua Parola, che Å l’ultima e la definitiva che Dio ha<br />

pronunziato per noi attraverso il suo Figlio unigenito.<br />

Il comandamento Å di tutti verso tutti. Questa Å la sua specificitÖ. L’universalitÖ<br />

Å la caratteristica dei comandamenti. Essi vanno osservati verso quelli di fuori<br />

come verso quelli di dentro.<br />

Per Paolo perà c’Å una differenza nella gravitÖ. Il furto Å sempre furto, ed Å<br />

peccato grave se la materia Å grave e c’Å la coscienza e la volontÖ di farlo.<br />

Se il furto, o l’ingiustizia, viene fatta da un cristiano ad un altro cristiano,<br />

assieme al furto viene anche ad aggiungersi il peccato dello scandalo. AnzichÇ<br />

un solo peccato, ce ne sono due, e lo scandalo Å ancora piá grave dello stesso<br />

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