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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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ognuno deve constatare la sua debolezza ed entrare in quel timore e in quella<br />

trepidazione che pongono in grande umiltÖ il predicatore della buona novella.<br />

La debolezza non Å nÇ fisica, nÇ spirituale; la debolezza Å veritativa, Å una<br />

debolezza teologica, una debolezza di fede. Dinanzi al nostro spirito c’Å la<br />

straordinaria grandezza della manifestazione di Dio, dinanzi ai nostri occhi c’Å<br />

tutto il mondo da salvare. La nostra coscienza ci manifesta che non Å opera<br />

nostra la salvezza di un cuore. Solo Dio lo puà toccare e solo lui lo puà<br />

convertire a sÇ. Questa Å la debolezza dell’Apostolo. Lui Å portatore di un cosâ<br />

grande mistero, ma a lui spetta solo portare il mistero nel mondo; il resto lo fa<br />

solo Dio, non l’uomo; ma Dio lo fa se il missionario porta il mistero della<br />

testimonianza di Dio nel mondo, lo consegna ad ogni uomo. Il timore e la<br />

trepidazione devono conservarlo sempre nell’umiltÖ. Quella dell’apostolo di<br />

nostro Signore Gesá Cristo deve essere l’umiltÖ del servo che non ha potere<br />

sulla volontÖ del Padrone e nulla puà fare senza che il padrone lo voglia. Tutto<br />

deve egli chiedere al Padrone che voglia farlo. Ma il Padrone vuole fare cià che<br />

desidera il servo, cià che il servo chiede? Questa Å la trepidazione e il timore.<br />

La debolezza non Å perà oziositÖ, noncuranza, dimenticanza, trasandatezza,<br />

lavoro non svolto, o fatto male. La debolezza Å teologica; essa dice che niente<br />

dipende da noi nell’opera della salvezza; rivela che tutto dipende da Dio e<br />

dall’altro, ma che Dio e l’altro non possono agire se non a contatto con la<br />

testimonianza di Dio che l’apostolo porta nel mondo.<br />

Sulla manifestazione dello Spirito. Paolo sa che ogni sua parola, ogni suo<br />

gesto, ogni esortazione, ogni ammonimento, ogni invito alla conversione e alla<br />

fede al Vangelo deve essere sempre corredata dalla manifestazione dello<br />

Spirito Santo. La Parola del Vangelo deve essere accompagnata dai segni di<br />

potenza che lo Spirito opera nei cuori. Il primo segno, la prima sua<br />

manifestazione Å sicuramente la conversione dei cuori. Quando i cuori si<br />

convertono al suono della Parola di Dio che l’apostolo annunzia, proclama e<br />

predica, lâ Å il segno che Å in azione lo Spirito del Signore. Ma lo Spirito del<br />

Signore non opera se manca in noi la comunione di veritÖ e di santitÖ con Lui.<br />

La parola del Vangelo Å giÖ di per sÇ creatrice, rinnovatrice della mente e del<br />

cuore. Ma questa sua potenza non Å automatica alla parola proferita. PerchÇ la<br />

Parola di Dio si rivesta di potenza, di conversione, di santificazione, di<br />

rinnovamento dei cuori e delle menti Å necessario che la santitÖ sia<br />

un’acquisizione del discepolo del Signore, del predicatore della sua parola. La<br />

santitÖ Å iniziale, ma anche un cammino, una crescita, un moto perenne dello<br />

spirito dell’uomo verso la perfezione di Cristo in lui. La manifestazione dello<br />

Spirito Å data dalla potenza di santitÖ che vive in noi. Piá il portatore della<br />

Parola del Vangelo Å santo, piá la manifestazione dello Spirito opera in Lui. La<br />

santitÖ Å il veicolo dello Spirito nel mondo; se manca la santitÖ del missionario<br />

lo Spirito Å assente e la Parola che il missionario proferisce Å una parola vuota.<br />

Questa parola non tocca i cuori, li lascia nella loro insensibilitÖ. Questo avviene<br />

perchÇ l’apostolo del Signore Å carente del principio vitale della Parola. Il<br />

principio vitale della Parola Å solo lo Spirito Santo di Dio, che Å dato con la<br />

Parola, solo se vi Å la santitÖ del missionario.<br />

Come nasce la fede. La fede nasce dall’ascolto. L’ascolto deve essere fondato<br />

solo sulla predicazione della vera Parola di Dio, senza nulla aggiungere e nulla<br />

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