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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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[28]Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa<br />

peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei<br />

risparmiarvele.<br />

C’Å un altro principio che viene posto in questo versetto e che merita di essere<br />

compreso a pieno.<br />

C’Å la vocazione per il regno che Å primaria alla vocazione allo stato di verginitÖ<br />

perpetua. Uno non vuole seguirla, vuole sposarsi. La risposta di Paolo Å nitida:<br />

ci si puà sposare. Chi si sposa non fa peccato.<br />

Non fa peccato perchÇ l’unione sponsale fa parte dell’essenza stessa dell’uomo<br />

creato da Dio a sua immagine e somiglianza.<br />

Il matrimonio Å la vocazione naturale dell’uomo; seguire questa vocazione non<br />

costituisce alcun peccato.<br />

L’altra vocazione Å soprannaturale, Å per il regno. ä una vocazione che Å nata<br />

dalla nuova creazione operata dallo Spirito Santo nel nostro cuore. La puà<br />

seguire chi veramente si lascia fare completamente nuovo dallo Spirito di Dio,<br />

nuovo nei pensieri, nella mente, nel cuore, nell’anima, nello spirito, nel corpo.<br />

Nuovo nel senso che deve essere creato da Dio una seconda volta in Cristo<br />

Gesá e fatto totalmente a sua immagine.<br />

Questa grazia l’uomo la puà chiedere al Signore e il Signore la concede a<br />

causa del mistero di Cristo che deve oggi continuare sulla terra fino alla<br />

consumazione dei secoli. Questa grazia ogni uomo la puà desiderare,<br />

impetrare, nella certezza che non resterÖ deluso.<br />

Per il suo regno il Signore la concede a chiunque gliela chiede. Molti non si<br />

consacrano al regno, non perchÇ siano portati verso il matrimonio, ma perchÇ<br />

non chiedono nella preghiera questa grazia. Non si consacrano a Dio non<br />

perchÇ la loro natura Å fragile, ma perchÇ non domandano nella preghiera<br />

questa nuova creazione spirituale, la sola che Å capace di vincere la vocazione<br />

naturale dell’uomo e abbracciare la vocazione soprannaturale.<br />

La grazia dello Spirito Santo Å cosâ potente che fa per cosâ dire naturale la<br />

vocazione soprannaturale dell’uomo, la costituisce come una esigenza della<br />

sua natura, l’unico modo di essere e di realizzarsi in questo mondo e nell’altro.<br />

La potenza dello Spirito Santo Å cosâ forte che Å capace di operare nell’uomo<br />

una vera nuova creazione, di trasformare l’uomo nel suo intimo a tal punto che<br />

il naturale scompare e il soprannaturale diviene la sua nuova forma, la sua<br />

unica essenza.<br />

Questo Å avvenuto in Paolo. Questo, Paolo, vorrebbe che avvenisse in ogni<br />

uomo o donna non legati dal vincolo del matrimonio.<br />

Paolo avverte tutti quelli che si sposano che c’Å un pericolo che li sovrasta. C’Å<br />

come una tribolazione nella carne che Å in agguato e che di sicuro li colpirÖ.<br />

CioÅ: il matrimonio che essi vedono come la soluzione dei loro problemi, non Å<br />

per nulla una soluzione. A volte potrebbe divenire lo stesso matrimonio una<br />

tribolazione, o un problema.<br />

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