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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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la fede cristiana Å caritÖ, perchÇ la fede cristiana confessa il dono della vita che<br />

Cristo ci ha fatto per la nostra salvezza.<br />

[3]Quando poi giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi avrete<br />

scelto per portare il dono della vostra liberalità a Gerusalemme.<br />

Altra regola pratica da osservare. Non solo bisogna che il dono venga raccolto<br />

e si raccoglie il dono in denaro, in moneta; occorre che esso venga portato,<br />

fatto recapitare.<br />

Anche in questo Å necessario che vi sia una regola perchÇ nessuno dubiti di<br />

noi. Cià che si raccoglie e cià che si dona devono essere la stessa quantitÖ.<br />

PerchÇ nessuno dubiti di noi, Å giusto che sia la stessa comunitÖ a scegliere<br />

coloro che devono consegnare quanto si Å raccolto.<br />

FinchÇ noi viviamo su questa terra la prudenza deve essere la legge delle<br />

relazioni tra gli uomini. Il nostro errore Å questo: spesso noi agiamo partendo<br />

dalla nostra coscienza. Questo Å valido per quanto riguarda la nostra vita.<br />

Quando invece entriamo in relazione con le altre persone, allora la nostra<br />

coscienza non puà essere piá il metro di valutazione delle azioni. La nostra<br />

coscienza puà e deve valutare la moralitÖ dell’atto. Oltre essa non puà andare,<br />

non deve andare.<br />

La prudenza non si valuta in base alle nostre conoscenze, alla nostra serietÖ,<br />

alla retta intenzione che noi vi mettiamo; la prudenza parte dalla coscienza degli<br />

altri. PoichÇ noi la coscienza degli altri non la conosciamo, Å piá che giusto che<br />

usiamo la massima prudenza, la somma accortezza; Å necessario che vi<br />

mettiamo ogni attenzione a che nessun dubbio, nessun sospetto, nessun<br />

pensiero possa elevarsi contro di noi.<br />

Per questo Å piá che giusto che alcune cose le decidiamo noi e che altre cose<br />

le decidano gli altri.<br />

Sapere cià che deve essere deciso dagli altri fa parte della prudenza che deve<br />

regolare i rapporti. Chi non pecca nella prudenza Å perfetto. Per non peccare<br />

bisogna sempre tener presente la coscienza degli altri, e mai la nostra. La<br />

nostra dobbiamo sempre tenerla in considerazione nella valutazione morale<br />

delle cose.<br />

Paolo Å prudente. La comunitÖ sceglie, la comunitÖ invia a Gerusalemme; lui si<br />

limita ad accompagnare il viaggio e l’offerta del dono con una sua lettera<br />

personale. Anche questo Å motivo di grande comunione tra le ComunitÖ nella<br />

quale la Chiesa di Dio vive ed opera, soffre ed Å nel bisogno.<br />

[4]E se converrà che vada anch'io, essi partiranno con me.<br />

Paolo non esclude la possibilitÖ che anche lui possa recarsi a Gerusalemme.<br />

Ma tutto questo ancora Å da vedersi.<br />

Noi sappiamo che Paolo ha un altro modo di rapportarsi con le cose e con le<br />

vicende terrene. Dietro ogni suo movimento c’Å lo Spirito del Signore che lo<br />

spinge e ogni sua azione serve solo per rendere testimonianza a Cristo Gesá.<br />

Se la sua presenza in Gerusalemme serve alla causa di Cristo e lo Spirito<br />

Santo lo muoverÖ, egli si recherÖ di sicuro a Gerusalemme; se la sua presenza<br />

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