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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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l’uomo alla giustizia. Sarebbe del resto un controsenso che la parola dell’uomo<br />

fosse apportatrice di vita mentre si rinnega la parola di Dio e si vive come se<br />

essa mai fosse stata data all’uomo. Questa certezza di fede non deve<br />

possederla l’uomo, deve possederla il missionario del Vangelo. ä lui che deve<br />

seminarla in ogni cuore, seminandovi la Parola di vita del Vangelo e indicandola<br />

come unica Parola di salvezza. Oggi le moderne societÖ vanno in cerca della<br />

vita, vorrebbero la vita, perà escludendo il principio, il seme della vera vita che Å<br />

la Parola di Gesá. Bisogna dirlo con fermezza: non c’Å vita per gli empi, e sono<br />

empi tutti coloro che escludono la Parola di Dio come principio di vita e la<br />

sostituiscono con il loro peccato, con la loro trasgressione. Nessuno deve<br />

essere talmente empio da volere liberare un uomo dall’obbedienza a Dio<br />

pensando di renderlo obbediente a sÇ e alle sue leggi. L’obbedienza a Dio<br />

invece Å garanzia, certezza di obbedienza per amore anche all’uomo. Date<br />

l’obbedienza a Dio e otterrete l’obbedienza all’uomo. Chi vuole essere obbedito<br />

come uomo, impari lui per primo l’obbedienza a Dio. Questo vale soprattutto per<br />

il missionario del Vangelo. Lui non potrÖ mai pensare di essere obbedito, se<br />

l’obbedienza a Dio in lui non Å visibile, palpabile, riscontrabile, verificabile in<br />

ogni sua piá piccola azione. Questa Å la legge della vita e dell’obbedienza, la<br />

legge dell’amore e della caritÖ.<br />

La salvezza è posta nelle mani di ognuno. Come si puà constatare la<br />

salvezza di ognuno Å posta nelle sue mani. Ognuno Å responsabile della sua<br />

vita eterna, ma anche della sua morte eterna. La via della salvezza Å nella fede,<br />

fede in ogni Parola che Å uscita dalla bocca di Dio. Chi cammina senza Parola,<br />

cammina anche senza fede, non cammina verso il regno dei cieli, procede<br />

verso la morte eterna. Con fede assente non si cammina. Bisogna allora che si<br />

riprenda la via della fede e poichÇ non c’Å fede senza Parola, l’annunzio della<br />

Parola deve essere il dono per eccellenza del missionario del Vangelo ad ogni<br />

uomo. Prima di tutto egli deve creare o ricreare la fede nei cuori, poi potrÖ dare<br />

la grazia attraverso la celebrazione dei sacramenti. Il semplice fatto che il<br />

sacerdote Å piá un liturgo che un predicatore della Parola, sta a significare lo<br />

spostamento avvenuto nella sua missione. Egli deve fare l’una e l’altra cosa;<br />

prima perà deve dare la Parola e poi celebrare i sacramenti e dopo aver<br />

celebrato i sacramenti deve ridare ancora e ancora la Parola. Nutrito della<br />

Parola, fortificato dai sacramenti, il cristiano deve sapere che sorge la<br />

tentazione attorno a lui e dentro di lui. La tentazione Å una sola: porsi fuori della<br />

Parola del Signore. Oggi - lo possiamo dire con certezza a prova di veritÖ<br />

storica - non ci sono piá tentazioni. Non essendoci parola di Dio, non c’Å<br />

neanche tentazione. Si vive giÖ fuori della Parola. A che serve la tentazione, se<br />

questa altro scopo non ha se non quello di farci uscire dalla Parola? Chi Å fuori<br />

della Parola Å giÖ senza Dio ed Å senza Dio chiunque Å senza Parola di Dio. Il<br />

primo esercizio contro la tentazione Å il radicarsi, l’ancorarsi alla Parola,<br />

conoscendola, amandola, mettendola in pratica. Il secondo esercizio Å quello di<br />

chiedere la forza al Signore perchÇ vediamo la tentazione con la sua luce di<br />

sapienza e di veritÖ e la vinciamo con la forza del suo Santo Spirito.<br />

Cena e comunione con Cristo. La Cena del Signore Å vera comunione con<br />

Cristo. Noi mangiamo Cristo per divenire come Lui, mistero nel mondo di morte<br />

e di risurrezione, di veritÖ e di fede, di obbedienza e di glorificazione del Padre<br />

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