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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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morte Å separazione dell’uomo dalla veritÖ, dalla giustizia, dalla santitÖ, dalla<br />

comunione, dalla solidarietÖ, dall’unitÖ. La morte Å isolamento, chiusura, buio,<br />

tenebra, menzogna, vanitÖ, falsitÖ, distruzione di sÇ, consumazione inutile di<br />

ogni nostra energia. Questa Å la morte. La morte Å frutto in noi della<br />

disobbedienza, della scelta fatta dall’uomo di sganciarsi dal suo principio vitale,<br />

da colui che lo manteneva in vita, per farsi da sÇ, per dipendere da sÇ. ä come<br />

se un tralcio dicesse alla vite che non ha piá bisogno di essa, che vuole farsi<br />

senza di essa, vuole staccarsi da essa, per vivere una vita autonoma. Questo<br />

tralcio non ha vita, perchÇ Å destinato a finire nel fuoco, essere bruciato e<br />

consumato per sempre. Ultimo epilogo, ultimo frutto della morte Å la<br />

separazione dell’anima dal corpo. L’uomo creato in unitÖ da Dio si trova in se<br />

stesso diviso. L’anima entra nella vita eterna, il corpo ritorna alla terra, dalla<br />

quale Å stato tratto. Con la separazione non c’Å piá l’uomo, non esiste la<br />

persona umana. Cià che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza non<br />

esiste piá. Esistono gli elementi di esso, ma non esiste lui. Diventa tutto cià<br />

morte eterna, separazione eterna dalla fonte della vita, se l’ultimo istante della<br />

nostra esistenza ci trova nel peccato mortale, nella separazione di grazia e di<br />

veritÖ da Cristo Gesá.<br />

In Cristo ogni morte è vinta. Cristo Å la vittoria sulla morte, su ogni morte,<br />

quella fisica e quella spirituale, nel tempo e nell’eternitÖ. Cristo ricompone ogni<br />

separazione, ogni relazione. L’uomo, con Cristo, ritorna ad essere se stesso;<br />

mentre senza Cristo, l’uomo non Å, perchÇ Å nella morte. Con Cristo anche il<br />

creato ritorna in Dio. L’universo era uscito da Dio per creazione, per atto della<br />

sua volontÖ. Viene da Dio ma Å fuori di Dio. Con il peccato dell’uomo, anche nel<br />

creato era avvenuta una separazione da Dio, in quanto il creato Å stato posto<br />

alla caducitÖ proprio dal peccato dell’uomo. Con Cristo Gesá il creato Å ora nel<br />

cielo, poichÇ il suo corpo, che Å parte della creazione Å nel Cielo; non solo Å nel<br />

Cielo, Å in Dio stesso, poichÇ la natura umana esiste nella Persona del Verbo di<br />

Dio, in modo indissolubile, inseparabile, inconfondibile, indivisibile. Se Cristo<br />

non avesse vinto la morte, Lui stesso non sarebbe piá Verbo Incarnato,<br />

esisterebbe nella morte della sua Persona, la quale non potrebbe essere piá<br />

Verbo di Dio incarnato, sarebbe Verbo di Dio incarnato, ma esistente nella<br />

separazione. La sua natura umana vivrebbe in Lui nella morte e tutta la persona<br />

divina sarebbe nella morte, non nella morte della divinitÖ o della Persona del<br />

Figlio di Dio, che essendo Persona divina non puà morire. Esisterebbe nella<br />

morte di Persona divina incarnata. Sarebbe incarnata, ma nella morte. Questo Å<br />

il mistero di Cristo dopo la sua incarnazione e la morte lo avrebbe per sempre<br />

ridotto all’impotenza. Invece Cristo Å risorto e tutta la creazione con lui risorge.<br />

La morte Å vinta per sempre, grazie alla sua gloriosa risurrezione, che Å<br />

divenuta nostra, per un suo dono d’amore.<br />

Cristo, principio di ogni risurrezione. La risurrezione di Cristo Å il principio<br />

nuovo che governa tutta intera la creazione. Dopo che Cristo Å risorto, la morte<br />

non ha piá potere sull’uomo. Il suo pungiglione Å stato per sempre estirpato.<br />

Essa non puà piá inoculare nell’uomo il suo potente veleno di distruzione. La<br />

risurrezione perà non Å solo quella del corpo alla fine del tempo, della storia. La<br />

risurrezione Å prima di tutto quella spirituale, Å la nascita dell’uomo nuovo,<br />

chiamato a rivestire Cristo, a rivestirlo nella sua obbedienza, nella sua veritÖ,<br />

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